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La Bibbia, bussola contro il relativismo. Attenzione: marxismo e cattolicesimo sono incompatibili PDF Drucken E-Mail
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La Bibbia, bussola contro il relativismo. Attenzione: marxismo e cattolicesimo sono incompatibili

Si è appena concluso, in Vaticano, un importante quanto basilare Sinodo dedicato alla Sacra Scrittura. Bene, i soliti noti hanno cominciato a tirare  acqua al mulino di letture sociologiche o politiche, persino arrivando a far rivivere il fantasma della teologia della liberazione, nella opzione per i poveri che da sempre ha connotato la Dottrina sociale della Chiesa. Di Bibbia e solidarietà sociale abbiamo parlato con prof. Jorge Santisteban, docente emerito di Dottrina sociale della Chiesa, per ben dieci anni Rettore della prestigiosa Università cattolica Udem di Monterrey. Professore, Bibbia e solidarietà, qualcuno parla di rinascita o rilancio della teologia della liberazione.. “Io andrei molto cauto. Intanto la teologia della liberazione non è solo una, ma varie. Poi occorre sottolineare che a parte alcuni lati positivi, certi teologi hanno avuto il torto di interpretare in chiave politica e marxista la Sacra Scrittura e non è così.

La vera liberazione dell’uomo non avviene per via sindacale o politica, ma teologica e dal peccato”.

Alle corte: marxismo e cattolicesimo sono compatibili? “No, nella maniera più netta. In vero, il Vangelo può fare credere ad ammiccamenti del genere, ma si tratta di una visione superficiale. Il pensiero marxista è per indole avverso al culto, a qualsiasi culto negando la trascendenza. Insomma, Marx mette al centro l’economia, il cristianesimo l’uomo e il diritto naturale”.

Che cosa rappresenta la Bibbia? “La parola di Dio, Dio stesso. Ma proprio perché tale, non può e non deve rimanere confinata nelle librerie o nelle chiese, ma vissuta pubblicamente. Insomma, la fede ha rilevanza pubblica”.

Che influenza ha la Bibbia sulla dottrina sociale della Chiesa? “Enorme. Tutta la Bibbia, sia il Vecchio che il Nuovo Testamento, parlano di giustizia, di verità, di solidarietà, dell’immoralità dello sfruttamento dell’uomo sull’ uomo. Questi principi sono stati sviluppati con ancor maggior incisività dal Magistero e dalla Tradizione della Chiesa, senza i quali non è pensabile leggere la Bibbia”.

Insomma la Bibbia è scritta per gli uomini.. “Certo, nella Bibbia Dio parla agli uomini, aiuta gli uomini. Ma è anche una formidabile bussola per evitare di cadere nella trappola principale di questi tempi”.

Quale sarebbe? “Il relativismo etico. Vale a dire quella corrente di pensiero che prende dalla religione ciò che piace e conviene, relativizzando. Cioè una fede fai da te. Il relativismo è insidioso perché conduce a negare l’esistenza di verità assolute. Queste verità sono i principi di diritto naturale e i valori non negoziabili, applicabili all’etica e alla solidarietà sociale”.

Di sociale nella Bibbia che vede? “I principi di solidarietà, giustizia, amore. Vi pare poco? La parabola del Buon Samaritano invita ad avere misericordia del prossimo e la misericordia è una forma sublime di solidarietà e di amore. Dio stesso è amore”.

di Bruno Volpe

 
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