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Questione Lefebvre, il Papa chiarisce PDF Stampa E-mail

Questione Lefevbre, il Papa chiarisceBenedetto XVI a chiarezza circa le polemiche sollevate dalla revoca della scomunica ai quattro vescovi lefebvriani e dal caso Williamson. Lo fa con una lettera indirizzata a tutti i vescovi cattolici, nella quale sottolinea che il caso Williamson era per lui “imprevedibile”, anticipa il ridimensionamento di Ecclesia Dei, l’organo istituito proprio per dialogare con la Fraternità di San Pio X ed esprime rammarico per gli attacchi subiti dallo stesso mondo cattolico con una “valanga di proteste”. Benedetto XVI comprende meno di tutte come “il gesto discreto di misericordia verso quattro vescovi, ordinati validamente ma non legittimamente, è apparso all’improvviso come una cosa totalmente diversa: come una smentita della riconciliazione tra cristiani ed ebrei, e quindi come la revoca di ciò che in questa materia il Concilio aveva chiarito per il cammino della Chiesa”. In futuro, dice il Papa, si dovrà prestare più attenzione ad Internet, dove le dichiarazioni di Williamson ...

... giravano già da tempo. Sarà Ecclesia Dei, che verrà collegata all’ex Sant’Uffizio, a occuparsi dello spinoso dialogo con i lefevbriani. “Non si può – dice il Papa riguardo il Concilio, mai accettato dalla Fraternità San Pio X – congelare l’autorità magisteriale della Chiesa all’anno 1962, ciò deve essere ben chiaro alla Fraternità. Ma ad alcuni di coloro che si segnalano come difensori del Concilio deve pure essere richiamato alla memoria che il Vaticano II porta con sé l’intera storia dottrinale della Chiesa. Chi vuole essere obbediente al Concilio, deve accettare la fede professata nel corso dei secoli e non può tagliare le radici di cui l’albero vive”.

Il Papa poi risponde ad una domanda ricorrente: la revoca della scomunica era necessaria? Nel momento in cui Dio sparisce all’orizzonte, dice il Papa, “bisogna avere a cuore l’unità dei cristiani”, e quindi anche piccole e medie riconciliazioni sono una priorità per la Chiesa. “Può lasciarci totalmente indifferente – chiede il Papa – una comunità nella quale si trovano 491 sacerdoti, 215 seminaristi, 117 frati, 164 suore e migliaia di fedeli?

Dobbiamo davvero lasciarli andare alla deriva lontani dalla Chiesa”. E conclude: “A volte si ha l’impressione che la nostra società abbia bisogno di un gruppo almeno al quale non riservare alcuna tolleranza. E se qualcuno osa avvicinarglisi – in questo caso il Papa -  perde anche lui il diritto alla tolleranza e può pure lui essere trattato con odio, senza timore e riserbo”.

di Andrea Gagliarducci

 
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