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Alto gradimento per la conferenza di Don Stanzione su Dante e gli AngeliDi Angeli “I nostri invisibili compagni di viaggio” come li ha definiti l’angelologo salernitano Marcello Stanzione, si è parlato, venerdì sera 18 novembre, nella sala del Palazzo di Governo, in Piazza Amendola, durante l’incontro: “Dante e gli Angeli” organizzato dall’associazione “Dante Alighieri” di Salerno, presieduta dalla professoressa Pina Basile, che: “Ha l’obbiettivo di diffondere la cultura e la lingua italiana nel mondo” e dalla Prefettura di Salerno, nell’ambito dei festeggiamenti del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. “Non si poteva non parlare di Dante, perché, come ha scritto il grande scrittore argentino Jorge Luis Borges: “Pensare all’Italia significa pensare a Dante” ha spiegato il dottor Giovanni Cirillo, Vice Prefetto Vicario Reggente. Il sacerdote diocesano Marcello Stanzione , che si è definito un “curato di campagna”, ha scritto circa 60 libri sugli angeli e creato, nella sua parrocchia, nel Comune di Campagna, un “centro di Angelologia”. Don Marcello, che ha studiato al Liceo ...

...   Classico Tasso, ha confessato simpaticamente ai giovani presenti in sala, invitandoli a non seguire il suo esempio, che “Aprivo il libro di Dante solo in classe. Per una sorta di legge del contrappasso ha iniziato a studiare “La Divina Commedia” solo dopo trent’anni, provando un grande piacere spirituale. L’obiettivo degli uomini è quello di liberarsi del male e dal peccato; di raggiungere la salvezza dell’anima, la redenzione, e arrivare a Dio. Dante può aiutarci a raggiungerlo”. 

Il sacerdote ha letto alcuni versi tratti dal Purgatorio di Dante, dove appaiono l’angelo nocchiero, “che traghetta le anime al luogo di purificazione”, gli angeli dell’umiltà, della misericordia, della mansuetudine, della sollecitudine, della giustizia, dell’astinenza e della castità (nei prossimi due incontri parlerà degli angeli del Paradiso e dell’Inferno). “Gli angeli del Purgatorio, che appaiono a gruppi, nello sciame angelico; guidano le anime penitenti nel loro cammino di purificazione.

Inondati da una luce bianca intensa, simbolo di purezza assoluta, di fronte alla quale l’occhio umano non può resistere, (anche Dante non riesce a sostenerne la vista perché, allegoricamente, ancora non può affrontare direttamente la Grazia), gli Angeli, con il loro aspetto possente, sono gli intermediari attraverso i quali la luce divina si irradia sugli uomini e questi possono elevarsi alla contemplazione di Dio; sono un po’ i nostri insegnanti di sostegno, perché siamo tutti fragili e gli angeli ci aiutano a dare il meglio di noi”.

Aniello Palumbo

 
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