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IL PERICOLO DELL’INFERNO IN UN LIBRO SU DON DOLINDO RUOTOLO
DON GIUSEPPE TOMASELLI E GLI SPIRITI CELESTI Di don Marcello Stanzione PDF Drucken E-Mail
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domenica, 15 marzo 2020
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don Giuseppe TomaselliDon Giuseppe Tomaselli nacque il 26 gennaio 1902 a Biancavilla in provincia di Catania da Salvatore e Maria Greco e morì in concetto di santità il 10 maggio 1989. Divenuto sacerdote salesiano nel 1926  cominciò il suo lungo ministero durato quasi 63 anni duranti i quali ha ricoperto vari incarichi: parroco, insegnante, cappellano presso comunità religiose, esorcista ed apostolo della buona stampa cattolica. scrisse un centinaio di semplici libretti devozionali ed apologetici che stampò in milioni di copie e che diffuse in Italia e anche all’estero. ...

 
Questi preziosi libretti vengono ancora stampati e distribuiti dai suoi figli spirituali riuniti nell’Opera Caritativa Salesiana di Messina. Durante la sua vita lavorò con grande ardore per la salvezza delle anime, per le quali Gesù Cristo ha sacrificato la sua vita sulla croce del Golgota. Don Giuseppe Tomaselli era sempre disponibile ad aiutare il prossimo sia materialmente che spiritualmente. Se veniva chiamato nel cuore della notte per amministrare gli ultimi sacramenti ad un moribondo, accorreva prontamente, consapevole del fatto che Gesù Cristo desidera ardentemente la salvezza di ogni singola anima. Lo zelo per la santificazione e la salvezza delle anime è stato sempre un’ aspetto caratteristico della vita sacerdotale di Don Giuseppe. Un autentico salesiano era devotissimo alla Madonna. Enorme fu la sua gioia quando il 1 novembre del 1950, il grande   Pontefice Pio XII (al secolo Eugenio Pacelli), decretò in maniera solenne e definitiva, essere dogma divinamente rivelato che la Beata Vergine Maria al termine della vita terrena venne assunta nella gloria dei cieli in anima e corpo. Tra le sue letture preferite c’erano tra gli altri gli scritti di Santa Teresa di Lisieux, Sant’Alfonso Maria de Liguori, Suor Josefa Menendez, San Tommaso d’Aquino ed ovviamente San Giovanni Bosco. Anche negli ultimi anni di vita, vestiva sempre con l’abito talare, dando il buon esempio ai confratelli. Non gli piacevano i discorsi sdolcinati che anestetizzano le anime, ma denunciava in maniera energica le bugie del mondo. Don Tomaselli scrisse diversi libretti sugli angeli e riporto qualche pensiero sulla sua grande devozione agli spiriti celesti: “Col promesso dell’Autorità Ecclesiastica facevo l’Esorcismo ad una signorina ossessa, di cui per dieci anni si era interessato personalmente Padre Pio.

Credetti bene rivolgere qualche domanda, ma non per pura curiosità.

-               - Chi sei tu?

-               - Un capo dell’inferno.

-               - E prima chi eri?

-               - Un Serafino. Ero tanto bello! Quanta luce era in me! Lucifero era bellissimo, da incantare.

-               - Da quanto tempo sei nell’inferno?

-               - Sempre!

-               - Voi demoni, stando nell’inferno, quale concetto avete di Dio?

-               - Lui è Luce; noi siamo tenebre.

-               - Raccontami la scena della lotta avvenuta in Cielo, quando vi ribellaste a Dio.

-               - E poi la scrivi eh! Ma sono costretto a parlare. Si ribellò Lucifero; però la colpa fu sua.

-               - Ma fu anche vostra!

-               - Noi soltanto lo seguimmo.

-               - E perché si ribellò?

-               - Davanti a noi apparve un Uomo.

-               - Quell’Uomo era coronato di spine era crocifisso?

-              - No; era un Uomo. Lucifero a vederlo, pensando che lui così risplendente avrebbe dovuto un giorno adorarlo, si ribello e disse: Non lo servirò! Allora venne Michele e ci fu grande lotta. D’un colpo fumo e fuoco e precipitammo.

Fin qui il discorso, la prova alla quale furono sottoposti gli Angeli prima della loro caduta, non potè essere altra che la presentazione del mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio. L’Uomo, di cui si è parlato nel dialogo col demonio, sarebbe Gesù Cristo, Dio-Uomo. Michele! Chi è questo Puro spirito, così potente da cantare vittoria su Lucifero e relegarlo negli abissi infernali assieme ai suoi seguaci? E’ il difensore dei diritti di Dio ed in particolare dei diritti del Figlio di Dio Incarnato. Michele, parola aramaica, significa: “Chi come Dio?”.

San Michele

Gli Angeli sono Esseri intelligenti, di natura superiore a quella umana; formano la Corte Celeste e rendono continui omaggi al creatore. Sono di diversa categoria, distribuiti in nove Cori. Tra loro esiste una gerarchia. A capo di tutti sta l’Arcangelo San Michele. Se tutti gli Angeli sono belli e potenti, certamente San Michele supera tutti in splendore e potenza. Le schiere angeliche formano la Milizia Celeste ed ogni Angelo ha il suo compito. Se è lecito fare un parallelo tra la Milizia Celeste e quella terrena, possiamo paragonare gli Angeli ai semplici militari ed ai vari ufficiali, mentre a San Michele è riservato il grado di Generalissimo; giustamente è chiamato “Principe della Milizia Celeste”. Come san Michele, lottando contro Lucifero, difese l’onore del figlio di dio, così fu scelto a proteggere l’opera che il Figlio di Dio avrebbe compiuto sulla terra.

Il pensiero dei sommi Pontefici.

La santa Chiesa, memore della vittoria riportata da San Michele nella lotta avvenuta in Cielo, a lui si rivolge per protezione nella lotta continua che ingaggia satana contro il Corpo Mistico di Gesù Cristo. Per ricordare solo l’ultimo secolo, si accenna al Pontefice Leone XIII. Questi ordinò una pubblica preghiera, da recitarsi da tutti i sacerdoti alla fine di tutte le Messe. La nuova Costruzione Liturgica, che ha snellito la celebrazione del santo sacrificio, ha abrogato tale preghiera; ma è bene conoscerla per comprendere in quale alta stima sia tenuto San Michele nella Chiesa Cattolica. “O San Michele Arcangelo, difendici nella lotta! Sii il nostro aiuto contro la malvagità e le insidie del demonio. “ Iddio lo domini! Supplichevoli lo chiediamo. “E tu, Capo della Milizia Celeste, incatena nell’inferno, col divino aiuto, Satana e gli altri spiriti maligni, che vanno vagando nel mondo per perdere le anime. Amen!”.

Il papa Pio XI, quando istituì la festa di Cristo re, nel 1927, raccomandò la seguente invocazione:

“San Michele Arcangelo, primo difensore della regalità di Gesù Cristo, prega per noi!”. Altre invocazioni del genere ha approvato la Sacra Penitenzieria Apostolica, come ad esempio: “San Michele Arcangelo, difendici nella lotta, affinché non periamo nell’estremo giudizio”.

Missione eccezionale

Come appare dal fin qui detto, la missione di san Michele nel mondo è eccezionale perché si estende a tutta l’umana generazione ed a tutti i tempi. Quest’Arcangelo deve essere più conosciuto dalla Cristianità. Siamo tutti sotto la sua continua vigilanza e protezione, più che i soldati sotto lo sguardo di valente generale. Nel tempo difficile che attraversiamo per le lotte sociali ed antireligiose, tempo in cui pare che le potenze infernali si siano scatenate nel mondo con troppa violenza (ne sono prova gli scandali dilaganti), in questo tempo dunque si risvegli e s’intensifichi la devozione a San Michele. Tanti fedeli, che rendono culto a molteplicità di Santi, forse mai innalzano una prece al principe della Corte Celeste lo invoca sovente. Si rifletta sulle Litanie dei Santi, preghiera che la Chiesa prescrive in particolare necessità. In queste Litanie sono invocati nominatamente molti Santi; altri sono invocati a massa nelle schiere dei Martiri, dei Confessori e delle vergini. Ma a principio di ogni altra invocazione, subito dopo quella che si rivolge alla Madonna, tiene il primo posto l’invocazione del nostro Arcangelo: “San Michele, prega per noi!”.

San Gabriele

San Gabriele è uno dei tre Angeli di cui conosciamo il nome, come San Michele e san Raffaele. Egli appartiene al secondo Coro, quello degli Arcangeli e il suo nome s’interpreta “Fortezza di dio”. Ebbe tre grandi missioni: la prima verso Daniele, per indicargli con precisione le 70 settimane d’anni prima della venuta del Redentore. La seconda verso Zaccaria per predirgli la nascita di S. Giovanni Battista e punirlo per l’incredulità. La terza fu l’annunciazione a Maria della nascita del verbo. Raccomandiamoci a San Gabriele, affinché sia il nostro avvocato in Cielo e ci faccia conseguire i benefici dell’Incarnazione che egli ha annunziata.

 

L’Angelo Custode

Si festeggia con gli Angeli Custodi, il 2 Ottobre. Iddio, nella sua Sapiente Economia, ha voluto che egli Angeli fossero a parte della nostra storia (e fin dal Paradiso terrestre troviamo il Cherubino). Egli ha anche assegnato ad ognuno di noi  un Angelo  per nostra custodia. Il Signore Dio dice: “Ti manderò il mio Angelo perché ti accompagni e custodisca nella tua vita e ti introduca nel paradiso che ti ho preparato” (Esodo 23,20-23) e Gesù aggiunge: “Non disprezzare mai uno di questi fanciulli; vi assicuro che i loro Angeli Custodi, nel cielo, vedono il Volto del padre mio che è nei Cieli”. Ricordiamo ed imitiamo la devozione di Santa Francesca Romana all’angelo Custode. L’onorava ad ogni minuto, conversava con lui e non dimenticava mai di lasciare accanto a sé un posto libero per lui. Celebriamo dunque gli Angeli Custodi degli uomini, che il padre Celeste ha dato a guardia della nostra fragile natura, affinché non soccombesse alle insidie dei nemici. A chiusura dello scritto si danno dei suggerimenti.

Allorché viene al mondo una nuova creaturina, si pensa al nome da darle. Taluni preferiscono nomi paganeggianti, che non hanno alcun rapporto con i Santi e neppure con le cose sante. Nelle famiglie cristiane si sogliono dare ai neonati i nomi dei Santi. Non si dimentichi il nome di Michele. E’ tanto utile mettere i figli sotto la protezione di così grande Arcangelo. Chi porta questo nome, si renda degno del suo Celeste Protettore, con l’invocarlo, col rendergli omaggi è più che tutto col vivere cristianamente. Ci sono dei periodi della vita, in cui si sente oppressi sotto il peso delle tribolazioni. Il demonio approfitta per demoralizzare di più e spingere alla disperazione. Certe anime, pur dotate di buona volontà, non sanno come liberarsi da qualche insidia diabolica; la loro vita spirituale diventa un tormento. Possono esserci delle famiglie, nelle quali pare che tutto vada a rovescio: salute, affari, ecc… Tutto ciò può essere permesso da Dio come purificazione della famiglia o per ravvedimento di qualche membro traviato. In tale situazione non suole mancare lo zampino del demonio. Nei casi ora esposti e nei simili si consiglia di raccomandarsi a San Michele, il Vincitore di Satana, affinché renda nulla l’opera diabolica. Ciò che si raccomanda per i bisogni della famiglia, può essere utile anche per i bisogni della Parrocchia della propria città e dell’intera nazione.   Quale pratica devota compiere per avere la protezione di san Michele? Basta recitare una preghiera quotidiana ad onore dell’Arcangelo o, meglio ancora, la Corona Angelica, della quale si è parlato innanzi.

 

Si dice: Ogni santo ha i suoi devoti. La festa dei santi più popolari si suole far precedere o da un novenario o almeno da un triduo di preghiere. Quando c’è questa preparazione, si ottengono più grazie e si hanno maggiori frutti spirituali. Poiché la festa di san Michele Arcangelo è il 29 Settembre, si commemori in suo onore il 29 di ogni mese, come si commemora mensilmente santa Teresina (giorno 1), Sant’Antonio (giorno 13), Santa Rita (giorno 22), ecc. Il 20 Settembre può iniziarsi la novena di san Michele, ovvero il 26 triduo. Durante la novena o il triduo può compiersi qualunque pratica devota in onore di san Michele, però non si tralasci la Comunione e la pratica di qualche fioretto spirituale. Ciò che si raccomanda in prossimità della festa dell’arcangelo, può ripetersi in qualunque periodo dell’anno, quando ci fossero gravi ed urgenti necessità”. 

 
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