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Il Papa in Francia Convertir en PDF Version imprimable Suggérer par mail
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Il Papa in FranciaBenedetto XVI andrà in Francia come “messaggero di pace”. In un breve messaggio in francese al termine dell’udienza generale, Benedetto XVI parla direttamente ai francesi: sarà Oltralpe da domani, e ci resterà tre giorni. Qualcosa in più di quello che sarebbe dovuto essere il viaggio: un pellegrinaggio a Lourdes, nel centocinquantesimo dell’apparizione della Madonna a Bernadette. Ma sarà anche a Parigi, e verrà accolto dal presidente Sarkozy sul suolo francese. Sarkozy ha portato in Francia l’idea della laicità positiva, la stessa che Benedetto XVI ha osservato e apprezzato negli Stati Uniti. Il presidente francese ha anche scritto un libro sul ruolo pubblico delle religioni, e lo ha donato al Papa nel primo incontro con lui, quando il presidente francese andò a insediarsi come canonico onorario della Basilica Lateranense. Non a caso, Benedetto XVI della “amatissima Francia” dice di apprezzare la “generosa tradizione di accoglienza e tolleranza, così come la solidità ...

... della sua fede cristiana e la sua grande cultura umana e spirituale”. E non a caso il segretario di Stato, cardinal Bertone, fa notare che, sì, “la Francia è un Paese prospero e fortissimamente secolarizzato”, che “per molto tempo ha avuto la tendenza a marginalizzare la fede, relegandola alla fede privata”, ma la nuova concezione di “laicità positiva” di Sarkozy segnala una “evoluzione” nell’atteggiamento verso la Chiesa. Che in Francia, aggiunge Bertone, “ha sempre voluto essere presente in tutte le questioni sociali e nei luoghi dove gli uomini vivono e lavorano: attenzione ai problemi bioetici, all’istruzione e alla famiglia, alla vita nelle banlieu, all’accoglienza e all’integrazione delle popolazioni immigrate”.

La Francia non è sconosciuta a Benedetto XVI: vi ha tenuto numerose conferenze, e nel ’92 è stato nominato membro dell’Accademia delle Scienze Morali e Politiche dell’Institut de France, al posto del dissidente sovietico Andrei Sacharov. All’Accademia delle Scienze, Ratzinger terrà un discorso: parlerà del rapporto tra fede e cultura nei popoli. Ma c’è chi pensa che sarà anche l’occasione per sferrare un attacco contro la “cultura della morte”, e in favore di una maggiore attenzione per la vita e per l’uomo.

Articolo del dott. Andrea Gagliarducci ( Cet e-mail est protégé contre les robots collecteurs de mails, votre navigateur doit accepter le Javascript pour le voir )

 
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