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La via Segreta di San Michele - Itinerario per un cammino con il principe degli angeli
LA LUCE E LE TENEBRE SPIRITUALI Di don Marcello Stanzione PDF Imprimir E-Mail
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venerdì, 02 de maggio de 2025
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LA LUCE E LE TENEBRE SPIRITUALIEsaminiamo quali furono le conseguenze della scelta che fecero gli Angeli, gli uni sottomettendosi a Dio, gli altri rivoltandosi contro di lui.

         "I primi, dice Sant'Agostino, inginocchiandosi verso il Verbo, divennero luce; i secondi, dimorando in se stessi, divennero notte". E siccome il giorno e la notte non possono coesistere insieme, come la luce e le tenebre non possono sussistere insieme, vi fu divisione, e divisione irrevocabile tra questa luce spirituale e queste tenebre spirituali. La luce spirituale, cioè i buoni Angeli, salirono alla fonte della pura Luce che è Dio; le tenebre spirituali, cioè i cattivi Angeli, furono scacciati nelle regioni inferiori.  ...

 

 

         Abbiamo detto che gli Angeli furono creati in una sorta di paradiso delle delizie. In questo paradiso, i buoni Angeli furono immediatamente introdotti nel cielo superiore dove si vede Dio; i cattivi Angeli furono immediatamente precipitati negli abissi dell'inferno.

         Con il loro atto di sottomissione, i primi meritarono il possesso di Dio contemplato faccia a faccia;  invece per il loro atto di ribellione, i secondi meritarono questa esclusione eterna da Dio che si chiama la dannazione.

         Un solo atto buono mise i primi nella gioia della suprema beatitudine; un solo atto cattivo piombò i secondi nella riprovazione col suo corteo di mali interminabili.

         E questo fu rapido come un lampo. "Io vedevo, dice Nostro Signore, Satana cadere dal cielo come un lampo" (Lc.10, 18).

         Lo spirito resta stupefatto davanti a questa punizione spaventosa, altrettanto rapida quanto il pensiero orgoglioso che la provocò, e che non lasciò posto al pentimento. Essa ci mostra con evidenza che Dio non deve nient'altro ai peccatori che la giustizia, ch'egli non è affatto obbligato di dar loro il tempo della penitenza e del perdono, che se egli si degna di distribuirla a noi povere creature umane, è solo per una pura e gratuita bontà.

         Il carattere istantaneo ed irrevocabile di questa punizione  può anche spiegarsi per quello che è stato detto della natura angelica. L'intelligenza degli Angeli non ha i tentennamenti della ragione umana, essa va d'un solo colpo fino in fondo alle cose. La loro volontà non ha le esitazioni della nostra; essa si attacca tutta intera ad uno scopo con un'indomabile energia ed un'irrevocabile tenacia. Grazie a questa penetrazione intellettuale, a questa potenza di volontà, gli Angeli hanno potuto determinare tutta la loro vita in un solo atto che ha stabilito senza ritorno possibile il loro eterno destino, sia beato, sia dannato.

         Nel loro grido di sottomissione a Dio, i buoni Angeli hanno messo tutta la loro intelligenza, tutto il loro libero arbitrio, tutte le loro magnifiche facoltà, tutta la loro incomparabile energia, tutto il loro essere, in una parola, che si è trovato fissato irrevocabilmente al bene ed a Dio: Come pure i cattivi Angeli hanno gettato nel loro grido di rivolta tutta la loro bella natura deviata col suo vigore nativo, e da allora si trovò segnata per sempre al male ch'ella aveva liberamente scelto.

         Dai due lati l'atto fu definitivo; essendo definitivo, esso ebbe per effetto ben comprensibile di aprire agli uni la porta del Cielo, agli altri la porta dell'Inferno.

         Non vi furono dunque in sintesi che tre momenti nella storia degli Angeli; un primo momento che fu quello della loro creazione ed anche dei loro giubili di lodi; un secondo, durante il quale, prendendo possesso di se stessi, essi stabilirono liberamente una scelta che fu definitiva; infine un terzo, che segnò la loro eterna ricompensa od il loro eterno castigo. Il primo momento ebbe una durata che non bisogna calcolare umanamente; il secondo fu assolutamente istantaneo, questa presa di possesso di se stessi, questa riflessione profonda, questo slancio vigoroso verso uno scopo, si fusero insieme in una durata morale che non si può valutare; quanto al terzo momento, esso dura e durerà sempre.

          Aristotele ha espresso un pensiero che San Tommaso ha consegnato nella sua Summa: "Vi sono,  dice, degli esseri che raggiungono il loro fine con diversi movimenti successivi". Queste sono le creature umane che generalmente non arrivano alla gioia suprema del cielo che con degli atti di virtù moltiplicate. "Ve ne sono altri, continua il  filosofo greco, che raggiungono il loro fine con dei movimenti molto semplici ed in numero piccolissimo". Sono gli Angeli che hanno meritato la loro beatitudine finale con un solo atto di virtù che contiene la quintessenza di tutti gli atti possibili. "Infine, egli conclude, vi è un Essere che possiede il suo fine senza nessun movimento". Questo Essere, lo si capisce, è Dio che trova la sua gioia in se stesso e che non ha bisogno di cercarla fuori di sé.

         Felici Angeli che immediatamente sono pervenuti a Dio come la freccia che tocca diritto il bersaglio, come l'uccello delle cime  che d'un colpo largo d'ala ritorna al nido!

 
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