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Obama Notre DameRoma. Gli studenti dell’Università cattolica di Notre Dame, in Indiana, negli Stati Uniti, sono in mobilitazione, e hanno già raccolto oltre 120 mila firme. Il motivo della protesta? La presenza del presidente americano Barack Obama come ospite di apertura all’anno accademico. Un evento che molti universitari americani sognano. Ma non quelli della cattolicissima università di Notre Dame: contrari alle posizioni liberali della Casa Bianca su aborto e cellule staminali, gli studenti hanno definito “una scelta inaccettabile”, “uno scandalo” e “una disgrazia” l’invito rivolto al presidente del rettore, padre John Jenkins, cui chiedono di annullare l’intervento. È il caso più appariscente di un dibattito che negli Stati Uniti è quasi dilaniante: qual è il posto nella Chiesa dei cattolici che si considerano pro-choice? Raymond Burke, oggi Prefetto della Segnatura Apostolica, guidò personalmente, da vescovo di Saint Louis, la crociata contro i cattolici no-choice, sostenendo che ... 

... questi non potevano ricevere la comunione. Una dura opposizione alle posizioni “liberal” dei cattolici americani, che, tradizionalmente, sono sempre stati associati ai democratici, piuttosto che ai repubblicani. Tra i cattolici pro-choice, ad esempio, figurano l’ex candidato alla presidenza John Kerry e l’attuale speaker della Camera Nancy Pelosi.

La presidenza Bush ha, in un certo senso, segnato una svolta: Bush, con la sua scelta di una politica pro-life, aveva coeso nell’elettorato repubblicano cattolici e protestanti, uniti sulla politica della vita.

Che il dibattito non sia cosa da poco negli Stati Uniti, lo testimonia anche la marcia organizzata dai vescovi statunitensi dopo l’elezione di Obama, proprio per protestare contro la preannunciata scelta di Obama di firmare, come primo atto della presidenza, il Freedom of Choice Act, una legge che liberalizza l’aborto in tutti gli Stati d’America, e di riaprire alla ricerca sulle cellule staminali. Per questo, Obama temporeggia anche nella scelta del nuovo ambasciatore Usa presso la Santa Sede: addirittura, si è pensato che potesse scegliere un non-cattolico, dato che i diplomatici cattolici sono tutti allineati su posizioni liberal che potrebbero essere considerate dal vaticano una scortesia diplomatica. Ora, invece, le voci parlano di una possibile nomina di Caroline Kennedy, rampollo della famiglia Kennedy, per l’ambasciata della Santa Sede.

La “questione Notre Dame” quindi è l’ultima di una serie di frizioni che si sono avute tra Obama e i cattolici d’America. Sul web, la protesta di studenti e famiglie di Notre Dame ha trovato voce grazie al sito notredamescandal.com, creato dalla “Cardinal Newman Society”. Attacca Judy Brown, president del gruppo: “Fra gli innumerevoli attacchi portati dal presidente Obama ai diritti di tutti gli esseri umani ricordiamo la decisione di affidare fondi alle associazioni che diffondono la cultura dell’aborto oltreoceano, di investire il denaro di noi contribuenti in esperimenti orwelliani sulle staminali, di circondarsi di fanatici pro- aborto, di attaccare la libertà religiosa e di cercare di strapparci la nostra libertà di coscienza”.

di Andrea Gagliarducci

 
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