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La Cei sulle dimissioni di Boffo. E qualche nome per la successione PDF Drucken E-Mail
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La Cei sulle dimissioni di Boffo. E qualche nome per la successioneE’ con “rammarico” che il cardinal Angelo Bagnasco, presidente della Cei, si decide ad accettare le dimissioni di Boffo. E, il giorno delle dimissioni di Boffo, Bagnasco si incontra per un ora con Umberto Bossi e il ministro Calderoli. Si tratta dell’incontro chiarificatore tra Lega e vescovi che lo stesso Bossi aveva preannunciato (dicendo che aveva intenzione di andare dal Papa, per la verità) e che avrebbe appianato le divergenze tra la Chiesa e la Lega, specialmente sulla questione immigrazione. Bossi e Calderoli ,tra l’altro, al montare delle polemiche sul caso Boffo, avevano rivendicato una vicinanza padana con la Chiesa, dovuta alla difesa delle radici cristiane dell’Europa. Termina con Bossi la giornata di Bagnasco, e inizia con le dimissioni di Boffo. Bagnasco è certo della sua innocenza e lo difende a spada tratta fino all’ultimo. Quando deve prendere atto con rammarico delle dimissioni, rinnovando però a Boffo “l’inalterata stima per la sua persona, oggetto di un ...

...   inqualificabile attacco mediatico”. Il numero uno della Cei “nel confermare a Dino Boffo, personalmente e a nome dell’intero episcopato, profonda gratitudine per l’impegno profuso in molti anni con competenza, rigore e passione, nel compimento di un incarico tanto prezioso per la vita della Chiesa e della società italiana, esprime l’inalterata stima per la sua persona, oggetto di un inqualificabile attacco mediatico”. “No comment”, invece, dalla Sala Stampa della Santa Sede. Interpellato, il portavoce vaticano padre Federico Lombardi spiega: “lasciamo tutto alla Conferenza Episcopale: mi pare che sia la sede corretta, e il suo presidente ne ha l’autorità. Non abbiamo altro da aggiungere”. E anche l’Osservatore Romano, organo della Santa Sede, mantiene la stessa linea: nessun commento sulle dimissioni, solo la nota della Cei. I vescovi si chiudono poi nel silenzio, decidendo di non diffondere altro rispetto alla nota diffusa.

Ora i vescovi si dovranno concentrare sul nome del successore. Boffo ha lasciato gli incarichi di direttore del comparto media della Cei (che comprende Avvenire, Sat2000 e Radio in Blu), ma non quelli alla fondazione Toniolo (che controlla la Cattolica e vari istituti di ricerca) e al Progetto Culturale (che ha in mano il 30 per cento delle risorse Cei).

Sarà il 21 settembre, con il Consiglio Permanente della Cei, che i vescovi prenderanno una decisione definitiva sul comparto media. La decisione più urgente riguarda la direzione di Avvenire:  per ora l’interim è affidato al vicedirettore Tarquini, che già oggi firma da direttore, mentre Boffo compare sul quotidiano con l’ultimo editoriale. Sul trampolino di lancio è Gianfranco Fabi, vicedirettore del Sole 24 Ore e attuale direttore di Radio 24. E’ sicuramente il nome più accreditato, ma con una controindicazione: dovrebbe cominciare a trattare il pre-pensionamento a fine settembre. Forse è considerata una soluzione ponte, in attesa della decisione definitiva del Cda. Altro nome che circola è quello di Roberto Fontolan, direttore del Centro Internazionale di Cl, il quale potrebbe prendere “per motivi di urgenza” il comando di tutto il settore comunicazione della Cei. E raccoglie qualche quotazione anche Gianni Cardinale, giornalista, firma del quotidiano e redattore della rivista 30 Giorni.

di Andrea Gagliarducci

 
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