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La lobby omosessualista e la corruzione della morale PDF Drucken E-Mail
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La lobby omosessualista e la corruzione della moraleSu “Il Giornale” del 3 settembre, Luigi Mascheroni ha smascherato il potere di GLBT, l’acronimo utilizzato per riferirsi a gay, lesbiche, bisessuali e transessuali, scrivendo: “ Una lobby potente e ricca. Anzi, secondo un dossier del 2006 della rivista Tempi, ricchissima: la lobby omosessuale internazionale, che ha le sue roccaforti a New York, Washington, San Francisco e Bruxelles, è sempre più influente. Riceve finanziamenti sia dalle grandi corporation americane, sia dai governi e dalle istituzioni internazionali, spesso sotto forma di donazioni a Ong o fondi per la lotta all’Aids”. Il filosofo Roberto De Mattei in un lucido editoriale sulla autorevole rivista cattolica “ Radici Cristiane” ha osservato che la potenza politico-economica dei gruppi omosessualisti, è tale da influenzare le istituzioni e il costume, come in Italia si tenta, non solo attraverso attraverso il ruolo di associazioni omosessualiste, ma specialmente grazie all’influenza esercitata da persone di orientamento omosessuale in settori chiavi della ...

...  società, quali le arti, la politica, lo spettacolo. All’ultimo festival di Venezia, il tema ricorrente dei film in rassegna è stata l’omosessualità. Prima della proiezione del film” A single man” di Tom ford, che ha vinto il premio Queer Lion attribuito dalla comunità Gay alla migliore pera omo, lesbica o trans, Franco Grillini e alcuni esponenti della sinistra hanno tenuto un sit-in contro l’omofobia presentandosi come i nuovi martiri del XXI secolo La strategia omosessualista appoggiata da alcuni settori della sinistra anticristiana è avanzata proprio attraverso la dialettica tra gesti simbolici e provocatori ed iniziative parlamentari tese ad allargare il consenso verso i moderati per poi coprire di ridicolo,  zittire e mandare in galera tutti coloro che ritengono l’omosessualità vizio, malattia, peccato ecc, ecc.  Secondo la dottrina morale cattolica che si basa anche sul diritto naturale l’orientamento (tendenza/inclinazione) omosessuale, pur essendo oggettivamente un disordine morale, non va considerato peccaminoso in se stesso: lo è solo nel senso che può condurre ad un atto sessuale immorale.

Per la fede e la morale cristiana l’atto omosessuale è invece peccato gravemente contrario alla castità. Esso infatti esclude il dono della vita. Non è il frutto di una vera complementarietà affettiva e sessuale. In nessun modo può essere approvato. Il Cattolicesimo dice si al rispetto della persona omosessuale, alla quale, proprio in quanto persona, si deve dignità, accoglienza e aiuto. Non si può infatti mai dimenticare che la persona umana, in quanto creata a immagine e somiglianza di Dio, precede e trascende la propria sessualità, il proprio orientamento sessuale.

La Chiesa distingue tra peccatore e peccato, tra orientamento ed atto omosessuale. La Chiesa invita al rispetto degli specifici diritti delle singole persone, diritti che anche gli omosessuali hanno in quanto persone e in quanto cittadini né più né in meno delle altre persone umane e non in quanto omosessuali. La Chiesa invita gli omosessuali alla santità attraverso la preghiera e la vita sacramentale affinché possano vivere nella castità. Tutto questo è possibile, ed io stesso conosco diverse persone con problematiche omosessuali che attraverso una profonda vita  cristiana oltre a non dare mai scandalo hanno raggiunto alti livelli spirituali. La Chiesa dice da sempre un no deciso all’approvazione del comportamento omosessuale, alla legalizzazione o all’equiparazione della relazione omosessuale al matrimonio ed ovviamente dice di no ad ogni marchio di ingiusta discriminazione, ad ogni eventuale forma di rifiuto, di emarginazione o di disprezzo nei confronti della persona omosessuale. L’amore tra l’uomo e la donna ha il potere di generare vari e complementari amori:quello coniugale, quello parentale, quello paterno-materno e quello filiale.

La relazione omosessuale non ha questa ampiezza di vita. Si esaurisce nella relazione tra due persone. Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia. Nella bibbia le relazioni omosessuali sono sempre condannate come gravi depravazioni morali (cfr. Rm 1,24-27; 1Cor 6,10; 1 Tm 1,10). Per la Chiesa Cattolica assolutamente le relazioni omosessuali non devono mai essere legalizzate per motivi naturali, biologico-antropologici, sociali e giuridici. Le relazioni omosessuali sono in contrasto con il motivo naturale in quanto la legge civile non può entrare in contraddizione con la retta ragione senza perdere la forza di obbligare la coscienza. Ogni legge, fatta dagli uomini, ha ragione di legge solo in quanto è conforme alla legge morale naturale, riconosciuta dalla retta ragione.

Le legislazioni favorevoli alle unioni omosessuali sono contrarie alla retta ragione perché conferiscono all’unione tra persone dello stesso sesso garanzie giuridiche analoghe a quelle dell’istituzione matrimoniale. Nelle unioni omosessuali sono del tutto assenti quegli elementi antropologici e biologici propri del matrimonio e della famiglia. Nella unione omosessuale manca la differenziazione genitale-sessuale, che è il dato oggettivo di realtà con cui veniamo al mondo: maschio e femmina. Questo dato originario è scritto nel corpo, nel cervello, nel cuore; ancora in dette relazioni tra omosessuali è del tutto assente la dimensione coniugale, che rappresenta la forma umana ed ordinata delle relazioni sessuali, inoltre non vengono attuate la procreazione della specie umana. Inoltre l’assenza della bipolarità sessuale crea ostacoli allo sviluppo normale dei bambini inseriti all’interno di queste unioni omosessuali.

Ad essi manca l’esperienza della maternità o della paternità. Inserire dei bambini nelle unioni omosessuali per mezzo dell’adozione significa di fatto fare violenza a questi bambini, nel senso che ci si approfitta del loro stato di debolezza per introdurli in ambienti che non favoriscono il loro pieno sviluppo umano. A livello sociale, se giammai, le unioni omosessuali venissero legalizzate ciò purtroppo significherebbe approvare un comportamento deviante, farlo diventare un modello nella società, approvare l’indeterminatezza sessuale, tutto ciò  offuscherebbe valori fondamentali, quali il matrimonio e la famiglia. Infatti il concetto di matrimonio subirebbe un cambiamento radicale con grave detrimento del bene comune: perderebbe l’essenziale riferimento ai fattori collegati alla eterosessualità, come ad esempio il compito procreativo ed educativo. Alla base della storia dell’umanità, non ci sono due individui dello stesso sesso ma una coppia formata da un uomo e una donna cioè una comunione di due persone che si integrano vicendevolmente e, aperti alla vita nascente generano la comunità.

A livello giuridico poiché le coppie matrimoniali svolgono il ruolo di garantire l’ordine delle generazioni e sono quindi di eminente interesse pubblico, il diritto civile conferisce loro un riconoscimento istituzionale. Le unioni omosessuali invece non esigono una specifica attenzione da parte dell’ordinamento giuridico, perché non rivestono il suddetto ruolo per il bene comune. La Chiesa cattolica chiede quindi allo Stato di affermare chiaramente il carattere immorale dell’unione omosessuale, di contenere il fenomeno entro limiti che non mettano in pericolo il tessuto della moralità pubblica; ricordare che la tolleranza al male è qualcosa di molto diverso dall’approvazione o dalla legalizzazione del male e quindi non procedere alla legalizzazione delle unioni omosessuali o alla loro equiparazione legale al matrimonio con accesso ai diritti che sono propri di quest’ultimo. Occorre seriamente riflettere sulla differenza esistente tra il comportamento omosessuale come fenomeno privato e lo stesso comportamento quale relazione sociale legalmente prevista e approvata, fino a diventare una delle istituzioni dell’ordinamento giuridico.

Il secondo fenomeno non solo è più grave, ma acquista una portata assai più vasta e profonda e finirebbe per comportare modificazioni dell’intera organizzazione sociale che risulterebbero contrarie al bene comune, pertanto la legalizzazione delle unioni omosessuali sarebbe destinata perciò a causare l’oscuramento della percezione di alcuni valori morali fondamentali e la svalutazione dell’istituzione matrimoniale.

Don Marcello Stanzione

 
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