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San Michele, l'Angelo della Croce PDF Drucken E-Mail
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San Michele, l'Angelo della CroceE’ di questi giorni la sentenza della corte europea che ha intimato all’Italia di togliere i crocifissi dai luoghi pubblici. E’ un ennesimo attacco cristofobico di una sparuta minoranza atea ed oscurantista al sentire comune di una nazione che vede nella croce la radice della propria civiltà.  La liturgia della Chiesa ha definito san Michele come il porta-stendardo di Cristo. “Egli è,  ella proclamava nella liturgia tridentina della liturgia delle ore nel giorno della sua festa, Quel vincitore che dispiega lo stendardo della salvezza, la Croce”.  Una leggenda dice che Costantino imperatore, fedele seguace del credo monoteistico del “Sol Invictus”, passò alla nuova confessione cristiana dopo la lotta con Massenzio, nel corso della quale gli apparve nell’aria una croce luminosa che, gli assicurava la vittoria contro il numero preponderante di nemici, recante la scritta: “In hoc signo vinces, cioè In questo segno vincerai”. Successivamente secondo la leggenda in un sogno fatto da Costantino, l’Arcangelo Michele si manifestò come il “Signore ... 

...  delle milizie celesti” ed il “Campione della dottrina della Chiesa attribuendo a se stesso il merito del trionfo”. Da quel momento Costantino fu molto legato all’immagine dell’Archistratega, tanto che il tempio in onore di Vesta da lui fatto costruire nella città di Costantinopoli  venne da lui stesso chiamato con il nome di “Michaelium” perché si credeva che lì si fosse mostrato San Michele. Nell’opera d’arte “Trittico di San Michele” di  Gerard David del 1510 circa e custodita al Kunsthistoriches  Museum, lo scudo di San Michele porta l’immagine della Croce, lo stesso vessillo della resurrezione di Cristo, segno della vittoria sulla morte e sul male. La lancia di  San Michele, l’arma con cui combatte e sconfigge il demonio è una croce astile: un raro ma significativo motivo iconografico. Sotto i piedi dell’Arcangelo una serie di figure mostruose rappresentano il demonio e il male che esso porta nel mondo. Sullo sfondo le schiere dell’esercito celeste comandato da San Michele combattono contro gli angeli ribelli, gli angeli del diavolo e li precipitano  a terra. Afferma un teologo domenicano: “Il principio fondamentale della vittoria su satana è la croce di Cristo per la potenza dello Spirito e l’intercessione della Madonna; ma la forza che immediatamente viene applicata, il potere, per così dire esecutivo di Cristo e della sua Santissima Madre è, come satana, una creatura angelica, e – secondo la Tradizione cristiana – il capo di tutti gli angeli sani e fedeli a Dio: San Michele Arcangelo. Il culto verso questa creatura angelica, santa e sublime, è antichissimo, comune alla Chiesa Occidentale e a quella Orientale. Tale culto ha recentemente subito un notevole declino proprio in concomitanza – non è un caso – con la diminuita i,portanza che si da alla lotta contro il demonio. Ma ciò non giova affatto ad un vero progresso né in campo ecclesiale né in quello della vita interiore delle singole anime”. (G. CAVALCOLI, La buona battaglia, Edizioni Studio Domenicano, Bologna 1986, p. 55).

Tutto nella religione cattolica si fa attraverso la Croce. L’umiliazione di Gesù sulla croce fu il motivo della sua esaltazione nella resurrezione. A lui viene affidato il regno sugli uomini, mentre satana viene detronizzato dall’impero che aveva ottenuto sull’umanità con la disobbedienza di Adamo. Dal momento della resurrezione di Gesù scoppia una guerra in terra, a somiglianza della guerra avvenuta in cielo tra Michele e i suoi angeli e il drago e i suoi angeli. Il diavolo si scaraventa furioso contro i seguaci di Gesù, suscitando contro di loro e la Chiesa tutte quelle straordinarie potenze religiose, economiche, ideologiche e politiche su cui domina.  Attraverso il segno della croce il cristiano è battezzato, è fortificato nella legge, è benedetto e purificato durante la sua vita ed al momento della sua morte. Infine, è all’ombra di questo  segno protettore ch’egli riposa nella tomba.  Tutto in lui è marcato da questo  segno divino, tutto nel suo essere deve portarlo, la  sua  fronte, come un’impronta gloriosa; il suo cuore, come uno scudo invincibile.

La  Croce ha dunque un grande posto nella vita dell’uomo. E’ così da quando Gesù l’ha lasciata al mondo come memoriale delle sue sofferenze e la prova del suo amore ineffabile. Ma, lasciandola, egli ha dovuto  affidarla ad uno dei suoi angeli. Quest’incarico toccava a san Michele, poiché san Michele, secondo numerosi teologi del passato, era stato il suo consolatore nell’orto dell’agonia, e  l’aveva assistito  durante le tre ore mortali dove era rimasto sospeso a questo sacro legno. San Michele è quindi l’angelo della Croce. Come già abbiamo notato, egli la mostrò in visione a Costantino che divenne  il primo imperatore cristiano. La  Tradizione crede, in effetti, che sia stato san Michele che venne a presentare il Labarum a Costantino ed alle sue truppe.

Sempre secondo la leggenda sarebbe su sua ispirazione che la madre dell’imperatore, santa Elena trovò il posto del legno sacro, e fu col suo aiuto che più tardi l’imperatore Eraclio trionfò sui Persiani e potè recuperare la  vera Croce caduta nelle loro mani.

San Michele è l’angelo della Croce. E’ attraverso  i raggi d’una croce splendente che si mostrava a San Francesco d’Assisi, quando gli impresse nella sua carne le stimmate del Salvatore.  E’ questo lo stendardo che è stato dispiegato al fronte dagli eserciti cristiani, come fecero i Portoghesi contro i Mori nel XII secolo. Egli lo dispiega sempre  a  protezione delle anime per mettere in fuga i loro nemici infernali. San Michele è l’angelo della Croce. Molti  uomini politici del nostro tempo non possono sopportare la vista di questo segno divino. Essi vogliono distruggerlo. I loro sforzi per strappare questo legno benedetto saranno  vani:  quando tutto marcisce e secca, esso è sempre verde; quando tutto invecchia, rimane sempre giovane; quando tutto muore, è sempre vivente. Quando le tempeste hanno soffiato dalla terra e dall’inferno, essa, sfidando i loro sforzi impotenti, è rimasta in piedi sotto la custodia di san Michele.

Amiamo il simbolo della Croce. A ranghi serrati, raggruppiamoci intorno ad essa, vicino  a san Michele. Un giorno essa apparirà in cielo. E’ San Michele che la presenterà ai popoli della terra. Noi ci ritroveremo allora nel  raggio della sua gloria, vicino all’Arcangelo, per l’eterno trionfo nel Paradiso.

Don Marcello Stanzione

 
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