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Don Stanzione parla di Angeli a Torre Annunziata (6 Marzo 2011) PDF Drucken E-Mail
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Don Stanzione parla di Angeli a Torre Annunziata (6 Marzo 2011)Il gruppo carismatico cattolico “ Figli del Padre” formato da oltre cento membri adulti ed animato dalla professoressa Antonietta Marino ha invitato per domenica 6 marzo alle ore 17,00 don Marcello Stanzione a tenere una conferenza sugli angeli e su san Michele presso la loro cappella in via san Francesco di Paola a Torre Annunziata in provincia di Napoli. Alla conferenza parteciperà anche il giornalista del quotidiano “ Il Mattino” Yuri Buono che presenterà l’illustre relatore. La  sacra scrittura  mostra gli angeli come creature di  Dio e servitori nel piano salvifico divino. La Bibbia presenta gli angeli come persone che sono davanti a Dio e agiscono come messaggeri che mai come esseri spersonalizzati, ridotti al rango di una realtà  anonima, o a proiezioni di qualsiasi forza del cosmo o dell’inconscio umano.  Segnaliamo che tanto l’Antico come il Nuovo Testamento considerano gli angeli come rappresentanti del mondo celeste (cf Lc 12, 8s; 15, 10; Gv 1, 51) e messaggeri di Dio (cf Mt 1, 20; Lc 1, 11; Hch 5, 19), ...

...  che prendono parte a modo loro al governo del mondo (cf Sal 102/103, 20) e presentano davanti a Dio le preghiere di uomini (cf Sal 90/91, 11-12). Sono stati creati da Dio in vista di Gesù Cristo (cf Col 1, 17). Gesù Cristo è il primogenito di tutti gli esseri creati, anche degli angeli. I testi biblici  chiamano gli angeli “spiriti”. “Non sono  tutti loro spiriti amministratori, inviati  per rendere servizio  in favore di quelli che dovranno ereditare lo stato di grazia? (Heb 1, 14; cf 6, 12). Anche i  padri della chiesa  indicano che gli angeli  sono  “spiriti”, anche se alcuni per  “spirito” intendono un significato più ampio. In seguito la scolastica si   occuperà  di sviluppare questa questione.  Che la natura degli angeli sia spirituale è in stretta relazione con la loro personale identità, nella misura in cui sono esseri spirituali gli angeli possono essere considerati soggetti personali.

Il magistero della chiesa  ha ricordato in  diverse occasioni la natura personali degli angeli. Così l’enciclica Humani generis di Pio XII,  come  è stato già ricordato, afferma che gli angeli sono creature personali. Papa Giovanni Paolo II ricordò nell’ambito  della sua catechesi sugli angeli che  essi sono  dotati di intelligenza e libera volontà, come  l’uomo, però in grado superiore a lui, sebbene sempre finiti,  per il limite inerente a tutte le creature. Gli angeli poi sono esseri personali e in quanto tali anche loro  sono  “a immagine e somiglianza” di Dio. Anche  il Catechismo della Chiesa Cattolica mostra che “in quanto creature puramente spirituali, hanno intelligenza e volontà: sono creature personali e immortali”.

Come creature e sostanze spirituali possiedono le facoltà che costituiscono ontologicamente la persona, cioè la conoscenza e la libera volontà. La conoscenza degli angeli possiede per oggetto proprio l’essere immateriale. Il loro modo di conoscere è intuitivo attraverso le specie intelligibili  (le forme rappresentative delle cose che Dio ha messo nell’intelletto angelico). La volontà degli angeli è orientata verso il bene totale come conosciuto da loro. Come  Dio è il bene universale, l’angelo è naturalmente incline ad amare Dio sopra tutte le cose e più di se stesso.

Dotati di libero arbitrio, gli angeli possono decidere liberamente e prendere decisioni verso un oggetto amato o verso altro. Con la loro libera volontà hanno deciso una volta e per sempre di accogliere l’invito divino alla vita intra-trinitaria, oppure rifiutare. La conseguenza è stata la beatitudine e l’elevazione alla grazia da parte degli angeli che aderirono al bene, o la condanna e la pena all’inferno per i demoni.

Così, gli angeli entrano in relazione con Dio. La loro esistenza è mettersi a servizio di  Dio per riflettere la gloria di Dio nel loro essere creature.  “Essi sono  totalmente altro e gli angeli appartengono ai misteri divini”. Per noi assumono un significato particolare mettendosi al servizio dell’alleanza di Dio con gli uomini: “Se la loro funzione eterna è quella di essere adoratori di Dio Padre per mezzo di Gesù Cristo e nello Spirito, la loro funzione storica è di essere  messaggeri di  Dio, uno e trino, insieme agli uomini, cooperando alla rivelazione della redenzione nella storia e al ritorno di tutte le realtà sotto la regalità dell’unigenito Incarnato, morto  e risuscitato, eternamente seduto  al trono alla destra  del Padre.

Gli angeli si  relazionano con Cristo. La subordinazione degli angeli a Dio, tanto sul piano della creazione che  su quello storico salvifico, è di fatto una subordinazione alle azioni di Cristo e alla comprensione della sua opera di  salvezza. La presenza degli angeli nel Nuovo  Testamento non è un’alternativa alla presenza di Cristo, dal momento  che Gesù Cristo è “l’unico mediatore fra Dio e gli uomini” (1 Tim 2, 4); ma rivelano con i loro interventi  la venuta di Cristo sulla terra e manifestano il significato della sua opera  redentrice. In questo modo l’esistenza degli angeli non solo contribuisce al primato universale del Signore Gesù, ma lo conferma ancora di più e contribuisce ad esaltarlo.

Gli angeli si relazionano con gli  uomini. Ci aiutano a mettere ordine nella  nostra esistenza, marcata dalla tensione fra il bene e il male, e ad auto-comprenderci umanamente e cristianamente. Gli angeli ci ricordano che, come loro, siamo creature di  Dio. Essi servono anche nella storia: “Io sono un servo come te e i tuoi fratelli, i profeti e quelli che conservano le parole di questo  libero.  Solo  Dio devono adorare” (Apoc 22, 9; cf. 19, 10). Possiamo così  comprendere che la realizzazione dell’uomo si raggiunge nella misura in cui vive profondamente la sua condizione di creatura. Giovanni Paolo II dà la seguente testimonianza sulla  devozione  all’angelo  custode: “Ho una speciale devozione all’angelo custode. Da bambino, probabilmente come tutti i bambini e, ripetevo tante volte questa  preghiera: “ Angelo di Dio che  sei il mio custode, illuminami, custodiscimi, reggi e governa…”. Il mio angelo custode sa cosa sto facendo. La mia fiducia in lui, nella sua presenza protettrice, cresce continuamente in me. San Michele, San Gabriele, San Raffaele sono gli arcangeli che invoco con frequenza nell’orazione. Ricordo anche il bellissimo trattato di San Tommaso sugli angeli, spiriti puri”.

Gli angeli si relazionano  con la Chiesa. Come hanno servito Cristo nella sua vita terrena, servono anche la Chiesa che è il suo corpo (cf. Col 1,  18-20). La Chiesa ha ricevuto dal Signore il mandato  di annunciare il Vangelo a tutte le creature (cf. Mt 28, 19); e in questo tempo che va dalla prima alla seconda  venuta, gli angeli  si occupano dell’evangelizzazione dei popoli. Un angelo libera gli apostoli dal carcere e li esorta ad avere coraggio (Hch 5, 20; cf.  12, 10, 27, 23). “Tutta la vita della Chiesa trae beneficio dall’aiuto misterioso e potente degli angeli”.

Gli angeli si rapportano con il cosmo. Sin dagli inizi dell’epoca moderna si attribuiva agli angeli e ai demoni un ruolo  nello sviluppo degli avvenimenti in quanto nel piano cosmologico l’angelologia aiutò ad interpretare la connessione fra tutti i livelli dell’essere. In questo modo la teologia degli  angeli mostra che secondo la rivelazione Dio affida i cambiamenti di questo mondo non solo a leggi evolutive immanenti, ma interviene in  questa evoluzione attraverso le creature formate a sua immagine e somiglianza. Per questo la conoscenza delle creature spirituali aiuta a conoscere meglio il significato dell’uomo nella creazione. L’uomo presenta la doppia caratteristica di immanenza e trascendenza: fa parte di questo mondo visibile e allo stesso tempo lo trascende. L’uomo sperimenta la sua corporeità e pertanto tutto quello lo relaziona con gli esseri materiali; senza dubbio  fa esperienza e partecipa anche alle ansie del suo proprio spirito, che anela all’immortalità per i beni imperituri, per la memoria nel riconoscimento  degli altri. Gli esseri intermedi partecipano come noi a tale condizione di essere creature, essendo in questo senso vicino agli uomini, possono essere oggetto di molteplici analogie. Nello stesso tempo, però, irradiano meglio la santità e  la verità a causa della loro maggiore vicinanza di Dio dovuta all’immortalità. Di conseguenza, la loro conoscenza aiuta l’uomo a comprendersi meglio come creatura alle soglie dello spirito e della materia, chiamato ad essere spirito incarnato, sotto gli spiriti puri, alla pienezza della luce e della verità, però con una vocazione che lo colloca nel mondo visibile, dentro l’orizzonte della materia e della storia.

Carlo Di Pietro

 
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