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Don Stanzione parla degli Angeli a Corigliano Calabro PDF Stampa E-mail

Don Stanzione parla degli Angeli a Corigliano CalabroDon Marcello Stanzione il 29 marzo alle ore 18,30 presso la chiesa dei Santi Pietro e Paolo all’ingresso del Castello a Corigliano Calabro in provincia di Cosenza terrà una conferenza sulla natura e l’identità di san Michele Arcangelo. Le più antiche immagini dell’arcangelo Michele riflettono sostanzialmente i caratteri che gli vengono attribuiti dalla Bibbia. Nel mosaico presbiterale di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna (VI secolo), unitamente a Gabriele, è rappresentato come guardiano della Chiesa: di aspetto giovanile e alato, indossa l’abito militare per eccellenza, la clamide, e con la destra sostiene il labaro con la triplice scritta HAGHIOS. Coevo al mosaico di Ravenna è un dittico che attualmente si trova al British Museum dove l’arcangelo è raffigurato con un globo crucigero e un lungo baculus, attributi che lo qualificano come messaggero divino e guida delle anime dei defunti. Normalmente i Bizantini erano soliti rappresentare Michele abbigliato con la veste imperiale, un  ... 

...  mantello corto, di porpora, su di una tunica preziosamente lavorata, fermata con una fibbia sulla spalla o sul petto, oppure con una tunica bianca con i clavi dorati e, al di sopra, un pallio di broccato dorato, lavorato preziosamente, e, ai piedi, sandali da cerimonia. L’Arcangelo si presenta con un’espressione solenne, imberbe, quasi sempre ad ali aperte, tenendo in mano una verga o un labaro, lo stendardo militare romano, con l’iscrizione Haghios, santo, ripetuta tre volte, o un globo sormontato dalla croce.
 
La veste bianca dell’Arcangelo deriva dall’usanza orientale di raffigurare gli angeli ordinariamente vestiti di bianco, più raramente di rosso, che era il colore della clamide purpurea o del loros della corte imperiale bizantina.
 
In Occidente, diversamente dall’oriente, in epoca carolingia San Michele comincia ad essere vestito di una tunica bianca e ad essere affiancato da un drago.
 
Dal XII secolo si diffonde la tendenza a raffigurarlo come combattente e viene dotato di uno scudo. Frutto della creatività dell’arte francese del XIII secolo è l’aggiunta della corazza e dell’elmo, come un cavaliere in partenza per le crociate: in particolare la piastra della corazza viene raffigurata a forma di conchiglia, che è il simbolo del pellegrinaggio. Talvolta l’Arcangelo viene rappresentato con una lancia o con una spada fiammeggiante. Talvolta porta in mano una bilancia nel ruolo di “pesatore delle anime”.

Carlo Di Pietro
 
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