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GLI ANGELI E I CAPELLI DELLE DONNE PDF Stampa E-mail

GLI ANGELI E I CAPELLI DELLE DONNE

Nella prima lettera ai Corinzi troviamo un passaggio di san Paolo piuttosto oscuro che afferma: “ La donna deve avere sul capo un segno di autorità a motivo degli angeli”. Ma cos’hanno a che vedere i capelli delle donne con gli angeli (1 Cor 11,10)? Secondo un detto ebraico, quando la donna scioglieva i suoi capelli e cominciava a girare la testa in circolo, gli angeli cadevano dal cielo, perché i capelli sciolti e la danza erano considerati sessualmente libidinosi, e’ probabile che questo detto faccia riferimento all’episodio della caduta degli angeli di Gen. 6, 1-5. Nella mentalità greco – romana, il gesto di sciogliere i capelli ha un profondo significato sensuale: la donna fa gesto solo di fronte a suo marito e nell’intimità coniugale. Nella rappresentazioni matrimoniali, la sposa generalmente è coperta da un velo, posto sulla sua testa, che sarà tolto solo nella camera nunziale. In Oriente, ancor oggi, la donna si copre la testa con un velo. L’atto di nascondere genera un senso di mistero, che è legato alla sessualità. ...
... Nell’antica società romana, il libertinaggio sessuale consisteva nel violare tre proibizioni: avere relazioni sessuali prima del tramonto (durante il giorno era permesso solo a neo – sposi); avere relazioni sessuali senza creare un clima di penombra nella stanza (generalmente c’era una lampada che illuminava i piaceri); e avere relazioni sessuali con una compagna che si fosse tolta tutti i vestiti (anche le prostitute, come attestato in un famoso affresco di un bordello degli scavi archeologici di Pompei, esercitavano il loro mestiere senza togliersi il reggiseno). Secondo un detto popolare, “un uomo onesto aveva la possibilità di ammirare la nudità della sua amata solo se la luna passava all’ora esatta di fronte alla sua finestra aperta”. C’è sempre un velo che nasconde e protegge l’intimità, creando un alone di mistero. Rimuovere il velo significa rivelare il mistero, un gesto di profonda intimità al quale solo il marito poteva avere accesso. Se realizzato in pubblico, era considerato una provocazione e un disonore per il marito. Portare il velo era quindi segno di rispetto e di dipendenza delle donne verso i loro mariti. Per questo le donne dovevano portare il velo sulla testa in pubblico. Il pensiero che gli angeli osservano gli esseri umani lo incontriamo anche sotto un'altra forma e con più dettagli nella 1 Cor 11, 10: "Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza a motivo degli angeli" .Per avere maggiore chiarezza sull'idea angelologica di questo versetto, dobbiamo guardare più dettagliatamente il suo contesto. Qui Paolo tratta la questione sull'uso del velo. Ogni uomo che durante l’orazione o mentre profetizza in pubblico parla con la testa coperta, oltraggia la sua testa (v. 4). Al contrario ogni donna che non si copre la testa, la oltraggia in quanto ella sta pregando o profetizzando (v. 5). San Paolo spiega il suo pensiero nel v. 7, con l'indicazione che la donna è la gloria dell'uomo.
Sul versetto 10 si hanno diverse opinioni. Ma in genere si concorda che il significato della parola tradotta “dipendenza” indica il velo, che la donna deve portare durante la preghiera e la profezia.
Quello che non è chiaro è il senso, perché il velo è chiamato "dipendenza". Alcuni esegeti moderni  lo considerano come un potere che protegge la donna, e lo vedono come la sede di un potere magico. Altri lo considerano come un simbolo del potere che l'uomo ha sulla donna. Nonostante a prima vista sembra più evidente interpretare la "dipendenza" come il potere che la moglie sta esercitando e non quello dell'uomo. Però il contesto indica precisamente l'opposto e cioè che è l'uomo ad avere la dipendenza (cf vv 3 e 7). In questo caso lo possiamo interpretare come un "segno di sottomissione" a qualche autorità.
Se volessimo dire che la donna necessità di una autorità protettrice, a causa della sua fragilità naturale, entreremmo in conflitto con il v 5. Perché non sarebbe razionale il fatto che la donna che non usava il velo poteva offendere la sua testa, cioè l'uomo. In questo caso, si pensava che l'Apostolo avesse scritto: Tale donna si espone a pericoli.
Il significato di exousia non è totalmente chiaro. L'uomo è chiamato la testa della donna, l'immagine e la gloria di Dio; la donna è la gloria dell'uomo. Il non usare il velo per l'uomo ha un significato simbolico. Significa che l'uomo è la gloria di Dio. Pertanto, dobbiamo supporre che anche il velo della donna ha un significato simbolico.
Non meno difficoltà presentano le parole "per causa degli angeli". Dopo "per causa di" all'inizio della frase, appare superfluo una seconda indicazione della causa. Sembra che le parole si collocano in relazione a un pensiero estraneo. Alcuni esegeti per questo lo dichiarano semplicemente come interpolazione.
Chi non è d'accordo con tale radicalità, dovrebbe cercare di eliminare le difficoltà. Tanto meno aiuta interpretare gli angeli come esseri umani. Sarebbe contro l'uso della parola di San Paolo, anche se altri autori biblici applicano la parola, a volte, in questo senso (cf Lc 7, 24; 9, 52; Tg 2, 25).
Come per la parola "exousia", incontriamo anche per la frase "a causa degli angeli" opinioni differenti. Alcuni pensano che gli angeli effettuano attacchi contro le donne (in questo caso verrebbe da pensare agli angeli cattivi), le quali si difendono con l'uso della autorità sulla loro testa.  L’esegeta Dibelius pensa a ogni tipo di attacco da parte degli spiriti. Il biblista Everling pensa agli attacchi specifici contro la castità. Si fa allusione specialmente agli apocrifi dell'Antico Testamento, riferendosi ai racconti di quando gli angeli abusarono delle figlie dell'uomo, nel capitolo 6,1-6 della Genesi che racconta un antico mito: “ Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra  e nacquero loro delle figlie, i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli a loro scelta. Allora il Signore disse: “Il mio spirito non resterà sempre nell’anno, perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventanni”. C’erano sulla terra  i giganti a quei tempi – e anche dopo -, quando  i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell’antichità , uomini famosi. Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni intimo intento del loro cuore non era altro che male, sempre. E il Signore si pentì di aver fatto l’uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo” (/Gen 6, 1-6).  (cf. Libro di Henoch, cap 6 ecc). Però tale opinione è da scartare.
Secondo un’altra interpretazione, gli angeli sarebbero le guardie dell'ordine stabilito da Dio che la donna se sottometta all'uomo, e perciò essi osservano esattamente se le donne portano o meno il velo nelle riunioni comunitarie.
In tutti i modi, Paolo fa riferimento a pensieri che ai Corinzi sono familiari nella sua predicazione. Per questo può essere così breve. Noialtri al contrario, per un’autentica interpretazione, dipendiamo dal contesto. Sarebbe errato interpretare qualcos'altro, che non avesse una relazione con il contesto. L’immaginarsi che le donne sarebbero esposte a certi pericoli da parte degli angeli non corrisponde alla linea della esegesi dei versetti precedenti. Questo argomento toglie forza a tali esegeti, e neanche il suo riferimento all'interpretazione degli apocrifi (Gn 6, peccato degli angeli) li aiuterebbe come argomento. Inoltre non esistono testimoni che possono provare che il cristianesimo primitivo o il giudaismo di quel tempo realmente avrebbero creduto in una possibile tentazione degli angeli nei confronti delle donne. In più tutte le interpretazioni parlano di un caso unico, un avvenimento dei tempi antichi (Gn 6), senza che sia stata necessaria qualche altra volta una ripetizione o un tale pericolo nel tempo presente.
Sembra molto più adatta l’interpretazione tradizionale, perché considera il contesto. E lì si parla della sottomissione della donna alla autorità dell'uomo. La sposa è obbligata a riconoscere la sua posizione in relazione allo sposo. Ella dovrebbe manifestare questa sottomissione attraverso il simbolo del velo. Tuttavia uno si chiede: perché è necessaria tale manifestazione? La risposta si trova nelle parole: διά τούς άγγέουζ. A causa degli esseri celestiali che conoscono l'ordine stabilito da Dio della sottomissione della donna, e vigilano sulla sua ubbidienza. Questo rende necessario tale ritualità.
Così possiamo dare un criterio della relazione fra il primo e il secondo διά. Il primo dimostra la ragione teoretica del velarsi, come Paolo ha presentato nei versetti 7-9; il secondo διά indica che questa teoria ha anche un’importanza pratica.
Ciò che possiamo sapere del versetto 10 sugli angeli è il seguente: essi sono presenti nelle riunioni di culto. Secondo il salmo 138,1 gli angeli sono presenti nella liturgia. Essi superano gli umani in dignità e potere, ed è pensando a loro che gli uomini sono esortati ad osservare i comandamenti divini. Essi sono rivestiti di autorità divina e agiscono tra Dio e gli uomini.  Gli angeli portano le opere degli uomini davanti al trono di Dio e allo stesso modo portano agli uomini, da parte di Dio, la ricompensa o il castigo (cf. Tb 12, 12, Ap 8, 3). Tuttavia non possiamo provare che qui si stia parlando specificamente dell'angelo custode, però constatiamo qui la relazione stretta esistente tra la legge divina e gli angeli.
Se compariamo 1 Cor 11, 10 con 4, 9 notiamo anche la differenza, perché qui si parla di angeli buoni, in quanto in 4,9 si riferisce agli angeli in generale. Solamente i buoni possono intervenire come avvocati di Dio presso gli esseri umani.
 
Don Marcello Stanzione (Ha scritto e pubblicato clicca qui)
 
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