CONDIVIDERE L’UNIVERSO CON GLI ANGELI. Di Robert Ombres OP |
In un Sermone pronunciato a Evensong nel collegio di St. John, Oxford il primo marzo 1992. Le letture scelte furono Isaia 6: 1¬-8 e rivelazione 22: 1-9. La poesia è tratta da Duino Elegies di Rilke, il passo in S. Tommaso è tratto da Summa Theologiae I q. 61 a.3. Sono onorato ed eccitato di essere stato invitato a predicare in Collegio su un tema scelto da me. Onorato per ovvi motivi ed emozionato perché come Cattolico Romano sono abituato che tutto sia proibito a meno che non sia obbligatorio. E’ un’ eccitante occasione per gustare la libertà anglicana e per scegliere testi e tema propri. Così, ho scelto di riflettere sugli Angeli, basandomi su quelli intriganti testi biblici di cui abbiamo appena sentito parlare dal profeta Isaia e dal libro della Rivelazione. Ma è stata una scelta saggia il tema degli angeli? Non vi è qualcosa di irresponsabile nel predicare su un tema così astruso e specializzato al giorno d’ oggi? Sarà questo un modo per esercitarsi a sognare ad occhi aperti e raccontare fiabe in una maniera cristiana? ...
... Si potrebbe dire che se gli Angeli provano qualcosa, allora provano la non pertinenza della nostra fede oggi. Alcuni diranno che questo è ciò che ci si dovrebbe aspettare se s’ invita un frate Domenicano a predicare; teologia antica. Alcuni diranno che questo è il tipo di ansietà che rende bella la Cristianità ma di uso irreale; sensata stupidità. Gli Angeli, dunque, costituiranno un argomento di discordia. Prendiamo i nostri amici, prima. Menzionare gli Angeli oggi, in una cappella bella come questa durante una liturgia splendida come la vostra potrebbe in realtà non produrre obiezioni né incredulità. Al contrario. Alcuni di voi possono sentire un brivido segreto di piacere. Questo è ciò di cui s’ interessa la nostra religione. Questa è religione con meraviglia e mistero e timore in essa. Gli angeli sarebbero molto presenti, e accettati, in questo tipo di mondo religioso: I primi successi, i preferiti della Tenera Creazione, distese, cime distese rosse come l’ alba che ogni cosa danno alla luce- polline di fiorente divinità, giunture di luce, corridoi, costellazioni, troni, camere di essenza, scudi di felicità, tumulti di violenti sentimenti estetici, e improvvisamente separati, gli specchi che innalzano ancora la loro bellezza controcorrente nelle loro facce. Ma cosa dire delle critiche? Nessuno approva il discorso sugli angeli. Essi hanno i loro sfidanti anche dall’interno della Chiesa. Un distinto teologo una volta mi disse che gli uomini medievali parlavano degli UFO, oggetti volanti non identificati. Pensava che gli “angeli” fossero un modo di parlare dei pezzettini dell’universo che ancora non riuscivano a spiegare bene. Un’altra tipologia di critica adotta un criterio più biblico, avendo ammesso che le Scritture contengono molto sugli angeli. Questo tipo di credente ammetterà di avere una mente aperta sul tema. Velocemente aggiungerà che, naturalmente, nella Bibbia “angelo”semplicemente tende a significare un messaggero. Discretamente. Gli angeli erano quegli spiriti scelti per essere gli strumenti per mezzo dei quali annunciare e realizzare il rapporto che Dio stava creando con uomini e donne, in particolare con il popolo da lui prescelto “Israele”. L’angelo, quando non era un modo indiretto per dire “Dio”, potrebbe essere la personificazione dell’assistenza e implicazione di Dio. Quando Dio scelse di agire nel mondo creato in un certo modo allora gli angeli tendevano ad apparire. Entrambi i critici ne sembravano falsare l’evidenza, urtare contro la solida esperienza e conoscenza cristiana. I primi critici, gli entusiasti degli UFO , hanno ridotto la creazione alla materia. La seconda posizione dei critici, quelli che semplicisticamente trattano gli angeli come messaggeri, come spettacolari piccioni corrieri, hanno ridotto lo spirituale al funzionale. Accettare gli angeli come simili creature significa accettare che il mondo di Dio sia più ricco e misterioso di quanto possiamo facilmente far credere. Proprio come l’ecologia cerca di renderci consapevoli che c’è in vita più della vita umana, e che l’esistenza è collegata, così il discorso sugli angeli cerca di avvertirci su come condividere l’universo con altre spirituali creature. Proprio come l’ecologia ci insegna ad usare e non abusare, così la dottrina degli angeli ci insegna che non tutte le cose sono a nostra disposizione. Tutto ciò che c’è per la gloria di Dio. Tutto ciò che esiste è disposto secondo un piano provvidenziale di Dio. In un certo senso gli angeli sono parte dell’ecologia nel senso che bisogna che noi impariamo come condividere la nostra comune famiglia, l’universo, con gli angeli. E’ possibile, la Bibbia ci dice, scoprire che siamo stati ad ospitare gli angeli senza saperlo. Finora abbiamo visto che gli angeli hanno amici e critici. Il Nuovo Testamento concorda con gli amici nel continuare ed affermare l’esistenza degli angeli. Concorda anche con i critici riguardo alla sua limitazione, e nel dare il primato di mediazione fra Dio e noi a Gesù Cristo. Gli angeli possono essere intermediari, ma solo Cristo è il mediatore. Possiamo andare avanti? Possiamo accettare che la nostra fede pretende che siamo amici critici degli angeli? Vedete, essere un amico non critico degli angeli ha un solo lato pericoloso. Noi viviamo di verità, e la verità non è sempre immediatamente confortante. Gli angeli, intendo gli angeli buoni non quelli cattivi che chiamiamo diavoli, in realtà corrono i pericoli per noi viventi. Noi tendiamo ad essere meno sospettosi di loro che non del demoniaco. Il tempo degli angeli in un mondo secolare può trovarci smontati di guardia, abbagliati. Lascia dietro di te quelle immagini Pre-Raffaellite di angeliche giovini, così come di alberi natalizi con vistosi angeli. Gli angeli non sono giocattoli domestici. Sono spiriti, sono immortali. In Paradiso gli angeli guardano il volto di Dio. Il Figlio dell’uomo verrà in gloria, nella gloria del Padre; accompagnato dagli angeli. Gli angeli si danno un largo senso dei limiti della creazione. E dovrebbero terribilmente stupirci con le loro manifestazioni. Credere negli angeli significa che non restringiamo il mondo e Dio ad una maneggevole misura. Noi non siamo la misura di tutto. La nostra esistenza ha i suoi limiti e andare contro di loro è provocare la tragedia, la tragedia dell’uomo o donna che oltrepassa. In tanti modi la nostra è un’età di compassione, un’età di ansietà sociale. Il ruolo del servizio, appoggio, aiuto pratico è quello che molti cristiani trovano il più importante. Ma non potrebbero il lavoro sociale, tutti i modi in cui cerchiamo di rendere il mondo un posto migliore, portare il rischio di trasformarci in Dio? La persona che si è fatta da se adora il suo creatore. Pian piano coloro che si considerano completi, adeguati, capaci, innalzano le vite di coloro che considerano piccoli e inadeguati. Pian piano crediamo che tutto è in nostro potere, e poi ciò che non può essere misurato o controllato è cancellato. Gli angeli sono caparbie promemoria che c’è di più al mondo, che esiste di quanto incontra l’occhio o la mano aiutante. Il lato più oscuro dell’esistenza angelica, il demoniaco, è anche prova che la nostra lotta è contro qualcosa di più della carne e del sangue toccato dal diavolo. Le Scritture ci dicono come gli angeli sono coinvolti nei grandi momenti della nostra salvezza. Gli eventi degli ultimi tempi. Annunciano la nascita di Gesù a Maria e la proclamano ai pastori:”e un angelo del Signore apparve dinanzi a loro, e la gloria del Signore splendette intorno a loro e furono pieni di paura”. Gli angeli circondano la resurrezione di Cristo:”e osservano che ci fu un grande terremoto, per questo un angelo del Signore discese dal Paradiso e venne e rotolò indietro la pietra e si sedette sopra. La sua apparizione fu come un fulmine e il suo vestito bianco come la neve”. Le guardie, abbiamo detto, erano scosse, così terrorizzate dall’angelo che erano come morti. Gli angeli saranno presenti alla fine del mondo. Sono lì nei tempi estremi. In questi momenti il Regno di Dio irrompendo nella storia umana per condurla dall’interno ad una vita nuova. Questa nuova vita è la vita di Dio Stesso, il tipo di vita che non potevamo mai aver generato da noi.Arriva come un semplice dono. L’apparizione degli angeli è parte della sorpresa, le grandezze straordinarie dell’amore di Dio. I cori angelici ci intrattengono cantando le lodi di Dio ad un livello elevato. Accettate dunque il dono dello spirituale nella creazione. Accogliete gli angeli nel vostro senso dell’universo comune che abitiamo. Lasciamo che gli angeli facciano smettere di pensare che possiamo misurare e quantificare tutto. Credete che ci sono angeli, ma non credete senza senso critico Ricordate che essi sono ambigui, ingannevolmente così. Il pericolo si trova nell’abbagliamento della loro perfezione. Senza fede negli angeli noi riduciamo la creazione. Con l’errata fede negli angeli escludiamo Dio e in particolare Gesù Cristo. Lo scrittore dell’Epistola agli Ebrei non sottovalutò gli effetti distorti della fede non critica negli angeli della denigrazione di Cristo. Gli angeli buoni ci abbagliano quando crediamo che essi sono fonti indipendenti di santità. Gli angeli possono essere trasformati da noi in immagini di perfezione senza un volto reale, senza una storia, senza vulnerabilità. Dunque guardiamo le immagini di santità in disparte intangibili ed infine insopportabili, gli angeli non possono sanguinare, gli angeli non possono morire. Chi ,se gridavo mi avrebbe sentito tra gli ordini angelici? E anche se uno di loro improvvisamente mi premeva contro il suo cuore mi sarei scolorito nell’intensità della sua più forte esistenza. L’Epistola agli Ebrei ci racconta di un Redentore molto diverso dagli angeli. Era essenziale che Cristo diventasse come noi così che poteva essere un sommo prete pietoso e fidato.La maggior parte della storia è perdita e guadagno. In termini degli angeli, abbiamo perso la capacità che avevano i nostri antenati medievali di considerare ciò che è umano mettendolo in relazione con l’animale e l’angelico. Considerando ciò che abbiamo in comune con e come differiamo da anomali e angeli, giungiamo a capire meglio che significa essere umano. Allora saremo meno adatti a voler perdere la nostra umanità nel disperato tentativo di essere come gli angeli o come gli animali. Noi dobbiamo essere noi stessi, abbiamo bisogno di dimorare in armonia con il resto della creazione senza perdere la nostra specifica identità. Quanto segue può suonare come un’affermazione molto moderna, ma in realtà è una citazione diretta da San Tommaso d’Aquino, un membro dominicano, vissuto nel XIII sec.: …gli angeli sono parte dell’universo, nel senso che essi non costituiscono un universo a parte, ma sono combinati con la creazione fisica per formare un unico mondo…Il bene totale dell’universo consiste nel rapporto delle cose; e nessuna parte è completa e perfetta in isolamento dal tutto. E’ immensamente liberatorio, parte delle Buone Notizie, che gli angeli sono parte degli scambi di Dio con noi. Credere negli angeli, staccarsi da Dio, potrebbe diventare il tocco finale per un auto-perfezionismo. Potrebbe questo non accaderci? No, perché ci è stato detto che gli angeli gioiscono per un peccatore che si pente. E’ la nostra fede che la maestà del divino, il mistero e la meraviglia dell’ineffabile e inaccessibile Dio ci viene vicino al lato del levato corpo dell’unico che andò a portare l’amore di Dio agli uomini e alle donne con un’intera vita di predicazione, guarigione, perdono e una passione della morte. Lì, in Lui, è la perfezione della quale gli angeli sono solo un pallino riflesso: “Nei giorni della sua carne, Gesù offri preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime per Lui che riuscì a salvarlo dalla morte, e si sentiva parlare di Lui per la sua devota paura. Sebbene fosse un Figlio, imparò da quanto soffrì; ed essendo creato perfetto divenne la fonte dell’eterna salvezza per tutti coloro che lo ubbidiscono…”. Gli angeli non possono amare fino al punto di morte. E’ attraverso Gesù Cristo che noi umani siamo stati portati vicino a Dio, che possiamo guardare così intimamente il Padre nello Spirito. Con quanto potere San Luca scrive che il viso di Stefano, l’uomo distinto per il martirio era come quello di un angelo. In quella sorta di auto-darsi con Dio al centro di tutto troviamo la trasformazione che ci porta nella gloria a Dio. Noi non diventiamo perfetti stando in disparte dall’ineguale umanità e dai fedeli angeli. Ancora, l’ultima parola era meglio diretta dagli angeli, in caso fossero stati a spiare nella cappella stasera e ad udire di nascosto il mio discorso. Nel libro della Rivelazione c’è una storia che sintetizza tutto ciò che dovrebbe essere detto degli angeli se vogliamo essere veri amici ed evitare la sensata stupidità. Dalla nostra seconda lettura voi ricorderete che ad un certo punto appare un angelo e da a qualcuno un messaggio di Dio. L’uomo prontamente cade ai piedi dell’ angelo per adorarlo, ma gli viene detto:”Non devi farlo. Io sono un servo proprio come te e come i tuoi fratelli i profeti e come coloro che custodiscono ciò che hai scritto in questo libro. E’ Dio che devi adorare”. CONDIVIDERE L’UNIVERSO CON GLI ANGELI. Di Robert Ombres OP Segnalazione di Don Marcello Stanzione (Ha scritto e pubblicato clicca qui) |
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