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VARIE INTERPRETAZIONI SUL NUMERO 666
BENEDETTA RENCUREL E L’OLIO DELLA LAMPADA AL SANTUARIO MARIANO DI LAUS PDF Stampa E-mail
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martedì 02 luglio 2019
BENEDETTA RENCUREL E L’OLIO DELLA LAMPADA AL SANTUARIO MARIANO DI LAUSLa venerabile Benedetta Rencurel, ebbe il grande dono di ripetute apparizioni Mariane che durarono per più di 54 anni, dal 1664 al 1718. Benedetta nacque nel 1647 il giorno della festa dell’arcangelo Michele, nel piccolo paese Saint-Etienne, vicino ad Avencon nel dipartimento Hautes Alpes (Francia), da genitori molto poveri. Benedetta morì all’età di 71 anni, dopo una  santa condotta di vita. I numerosi pellegrini, che a Le Laus si raccomandarono alla Vergine, cominciarono presto ad invocare anche Benedetta e a pregare per la sua beatificazione.
Nel corso d’una apparizione, Maria ha detto a Benedetta che si può “prendere l’olio della Lampada” e “applicarsene”, e “se si ricorre alla sua intercessione, e che si ha fede, si guarirà…”. ...
 
Si tratta della lampada ad olio che si trova in chiesa, che segnala la presenza dell’eucaristia nel tabernacolo. Non è un olio sacramentale come può esserlo ad esempio il sacro crisma, neanche un olio benedetto, è un olio naturale nel quale s’intinge uno stoppino che può così bruciare ed indicare la Presenza eucaristica.
Si legge nel Vangelo a proposito degli apostoli che essi “facevano delle unzioni di olio a molti ammalati ed essi guarivano” (Mc 6, 13). San Giacomo raccomanda: “Uno di voi è malato? Che faccia chiamare gli anziani della Chiesa e che essi preghino dopo aver fatto su di lui un’unzione di olio in nome del Signore” (Gc 5, 14). La Vergine Maria, a contatto con gli apostoli durante la sua vita terrena, ha conosciuto quella pratica uscita da antiche tradizioni. Fin dai tempi più antichi in effetti l’olio è il supporto di pratiche religiose che attingono il loro significato in un ricco simbolismo: l’olio nutre (alimentazione), guarisce (medicina), rinforza (sport), valorizza (bellezza), illumina (energia)…
Ma ritorniamo al Laus. Benedetta trasmette il messaggio di Maria ai cappellani ed ai pellegrini. Immediatamente una devozione notevole si sviluppa. L’olio entra nella pratica del pellegrinaggio. La stessa Vergine Maria consiglia a diverse riprese a Benedetta, di dire a tale o talaltro malato di ungersi con quell’olio “con fede” per guarire. Nell’occasione, ella preciserà di metterne “per nove giorni”, ossia il tempo di una novena. Molto presto dei flaconi saranno distribuiti oppure il pellegrino intinge un dito direttamente nella Lampada che si trova nella cappella e si segna generalmente col segno della croce.
Una prima guarigione a seguito dell’unzione d’olio è segnalata il 5 giugno 1667. riguarda un bambino di due anni e mezzo, che soffre da sei settimane d’una tara corneale di origine maiolica, che lo imbarazza enormemente. Pierre Rougier, il padre del bambino, ha riportato dal Laus un flaconcino d’olio. Una volta a casa sua, egli ne ha applicato a suo figlio. L’indomani mattina, egli ha scoperto con stupore che la tara era scomparsa. Non è mai più riapparsa.
Anche la figlia del giudice Grimaud raggiunta da più di un anno da un “tumore all’orecchio” è stata guarita “immediatamente” dopo che la superiora del convento delle Orsoline di Gap ha personalmente applicato dell’olio della Lampada sull’orecchio della malata.
Trentadue guarigioni “per ricorso all’olio” sono recensite da Pierre Gaillard, tra il 1667 ed il 1690.
Gli abitudinari del Laus utilizzano, ancora oggi, quell’olio. Essi pensano che Maria l’abbia scelto come supporto della preghiera, come l’acqua a Lourdes o la medaglia miracolosa nella cappella della rue du Bac a Parigi, lo scapolare in lana bianca recante l’emblema del Sacro Cuore a Pellevoisin, l’immagine prodigiosa di Nostra Signora di Guadalupe in Messico… Un’unzione di olio fatta nella preghiera, come Maria l’ha suggerita, continua a recare diverse grazie e può dare sollievo alle sofferenze. L’attuale rettore del santuario, René Combal, osserva: “La dolcezza dell’olio ci ricorda che si ha incessantemente bisogno di essere guarito e che Dio sta incessantemente guarendoci… Maria è la Madre del conforto, l’espressione umana del Dio di consolazione, ella è talmente impregnata della dolcezza di Gesù… “.
In quegli anni, Benedetta abita sempre presso sua madre a Santo Stefano d’Avamçon, il che non le impedisce di continuare a venire quasi ogni giorno al Laus.
 
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