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IL PERICOLO DELL’INFERNO IN UN LIBRO SU DON DOLINDO RUOTOLO
SANTA VERONICA GIULIANI E GLI ANGELI CUSTODI Di don Marcello Stanzione PDF Stampa E-mail
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sabato 17 febbraio 2024

SANTA VERONICA GIULIANI E GLI ANGELI CUSTODISanta Veronica Giuliani che la Chiesa festeggia il 9 luglio, nasce a Mercatello sul Metauro (PS- Marche/Italia) il 27 dicembre 1660 in una famiglia borghese e muore a Città di Castello (Perugia) il 9 luglio 1727. Il 28 ottobre 1677 (a 17 anni) riceve la vestizione religiosa e il nome di Veronica. Il 4 aprile 1681 (Venerdì Santo), a 21 anni, riceve la coronazione di spine di Gesù. Nel 1688 viene eletta maestra delle novizie a 27 anni. Il 5 aprile 1697 (Venerdì Santo) riceve le Sacre Stimmate a 37 anni. Il 15 gennaio 1712 le viene assegnato un secondo Angelo custode dalla Madonna. Nel 1715 c’è l’unione mistica con Maria SS. ...

 
Il 5 aprile 1716 comincia a scrivere sotto dettatura della Madonna, perdendo la cognizione di sé stessa e di ciò che scriveva, divenuta quasi “un’altra Maria”, come qualcuno ha detto anche Chiara d’Assisi. Il 17 giugno 1804 è proclamata beata da Papa Pio VII e il 26 maggio 1839 è proclamata santa dal Papa dell’epoca.

Della presenza degli Angeli nell’esperienza di S. Veronica troviamo traccia sia nel Diario sia nelle testimonianze di contemporanei. Ancora bambina, molte volte, vedeva intorno a sé “come una luce”; le fu rivelato dal Signore che quella luce era il suo Angelo Custode. Il giorno della Cresima, vide intorno a sé due Angeli, come testimonia al processo la signora Caterina Stefani, sua madrina. Vari gli episodi riportati nel Diario: in un momento di intensa sofferenza, caduta sotto il peso della croce postale sulle spalle dal Signore e, credendo di essere stata abbandonata, mentre sta chiedendo perdono delle sue colpe, le parve di vedere il suo Angelo Custode proteso a rialzarla: “Mi pare che mi facesse un poco penetrare l’ingratitudine delle creature e di me stessa verso S.D.M. Oh! Dio! Che dolore che ebbi. Il Signore mi disse: non voglio farti provare altre pene perché non potresti vivere per il dolore. Così dicendo disparve. Io cascai a terra e mi pareva di essere ivi restata senza nessun sussidio. Avevo al vivo tutte le mie commesse colpe e di cuore ne chiedevo perdono. In un subito pareva di vedere il mio Angelo Custode, e mi fece rizzare. Voleva che io camminassi avanti, ma non potevo muovermi” (Diario, I, pag. 118); Una notte, dopo il mattutino, il Signore le fa intendere di gradire una confessione generale; Veronica ha una visione così profonda dei propri peccati che pensa di meritare la dannazione essenzialmente per non aver corrisposto adeguatamente a Dio: “Mi pare di ricordare che il Signore subito chiamò il mio Angelo Custode perché egli mi accusasse di tutto. Così esso con brevi parole disse tutto distintamente, chiaramente. In persona mia disse tutte le colpe e i difetti, in quel modo che si trovavano davanti a Dio. Io mi ricordo che cominciò dai pensieri, parole ed opere, in specie l’ingratitudine, in particolare quello che avevo fatto contro i voti d di tutto quello che avevo mancato contro la santa Regola. E di più in modo più chiaro mi accusò che non avevo corrisposto alle divine chiamate e ispirazioni, d’aver occultato molte grazie e doni, i quali sarebbero stati per bene mio e di molte e molte altre persone”. La Beata Vergine intercede: “Figlio, pietà e perdono a quest’anima”. Una notte, mentre prega, le pare di avere la visione di Gesù coronato di spine, che era venuto per cambiare la propria corona con la sua, la cosa era così straordinaria che la Santa temette si trattasse del demonio, ma fu rassicurata: “Non temere, non sono il demonio, ma il tuo Sposo crocefisso. E mi mostrava le sue sante piaghe con dirmi: Che brami? Che vuoi? Io dicevo: Signore, altro non voglio che il vostro santo volere, eccomi pronta a tutto. In questo punto mi parve di vedere il mio Angelo Custode, il quale mi cavò la corona che avevo in capo, e mi parve di vederla nelle sue mani: la quale era come un cerchino di ferro largo due dita. La porse al Signore. Mentre la cavavo dal mio capo sentii gran pena” (Diario, I, pag. 116). Spesso l’Angelo Custode l’aiutava nei servizi più semplici “come fosse stato una persona”; trova ad esempio la cucina rimessa in ordine: “Io sono ritornata in cucina, per altre robe, e quando sono ritornata oltre, ho trovato la dispensa assestata e tutte le cose a suo luogo. Ed io che vi andavo per fare dette faccende, ho trovato così ogni cosa fatta. Anche questo penso l’abbia fatto il mio Angelo Custode; perché, dopo passato mezzogiorno, mi è venuto un rapimento nel quale il Signore mi ha detto: Orsù! Fa pure le fatiche delle Religione, perché mi sono molto grate: ed io ti darò aiuto speciale, ed anche ti farò aiutare dal tuo Angelo Custode, come ho fatto questa mattina”. (Diario, II, pag. 191).

Sofferente per le stimmate, non sa come fare per recitare l’ufficio e per compiere vari lavori. “Tutto mi pareva impossibile; ma sento tanta fede nella virtù dell’obbedienza, che ero persuasa che tanto avrei fatto tutto. Così cercavo di fare quanto potevo; ma per la pena e dolore, nelle medesime faccende, mi si ritiravano i nervi, e non potevo operare. Più volte, all’improvviso mi compariva avanti il mio Angelo Custode e faceva le medesime faccende, per me, oppure, con le sue mani accanto alle mie, mi mitigava il dolore; e facevo tutto, e ben presto. Non vedevo come lo avevo fatto”. (Diario, II, pag. 226); L’Angelo Custode l’aiuta anche quando sempre per la sofferenza alle mani, non può fare la pasta, “i maccheroni per tutte le Monache”: “Quando fui alla porta della dispensa, mi si fece avanti il mio Angelo e Custode e così mi disse: sta posata che io farò per te. In poco tempo feci tutto, mentre per le piaghe che avevo, nelle mani, appena potevo maneggiare il lasagnolo. Contuttociò, feci tante sfoglie io, quante ne fece un’altra Sorella sana e gagliarda”. (Diario, II, pag. 226-227).

Ancora l’Angelo l’aiuta quando in dispensa scarseggiano le uova: “…mi comparve il mio Angelo e mi disse: sta posata, che delle ova ne avrai avvantaggio. Così fu. Mentre io pigliavo le dette ova, in cambio di scemare, ogni volta ve n’erano più nel canestro”. (Diario, II, pag. 227).

L’Angelo Custode la invita ad incamminarsi per la “strada molto oscura e stretta” delle sofferenze per raggiungere la completa perfezione e ad intrinsecarsi con il Signore. “In un subito, parvemi di trovarmi circondata da molti demoni i quali tutti stavano aspettando che uscisse quest’anima dal copro per prenderla. Già si dichiaravano d’aver vinto; che io ero la loro; e che per me non vi era alcuno che mi difendesse. Il mio Angelo stavami accanto e pareva che godesse di vedermi così in abbandono. In detto tempo, provai siffate pene, nell’interno, per via di cognizione delle mie colpe e, nell’esterno, per via di dolori così atroci, che non vi è modo di poterle raccontare…In un tratto, mi parve di vedere una strada molto oscura e stretta, vi erano molte creature che s’inviavano per essa e poi tornavano indietro; pochi vi andavano. Mi pareva che il mio Angelo mi dicesse che io m’incamminassi per quella via, ed, in un tratto, la passai”. (Diario, III, pag. 64). Un fatto che penso sia poco comune (o perlomeno sono io che lo ignoro), è quello della presenza di un secondo Angelo Custode e addirittura di un terzo: è la notte del 15 gennaio 1712: “Mi sono rimessa, in tutto, al volere di Dio e di Maria SS.ma; ed Ella, in quell’istante, mi ha dato la sua benedizione e mi ha fatto vedere quell’Angelo che mi vuol dare per mia custodia. Mi pare che, in quello istante, mi abbia fatto vedere anche il mio confessore; ed ho capito che quello stesso Angelo sarà anche ad esso di guida e custodia; che gli servirà di conforto ed aiuto, in specie, quando io farò la Confessione e la Conferenza; e che, durante il Santo Sacrificio sempre lo assisterà, sinché Maria SS.ma mi avrà comunicato insieme con lui.” (Diario, III, pag. 509). Dopo essersi comunicata, Veronica, contornata da S. Francesco e S. Chiara e con gli Angeli che facevano corona a Maria SS.ma e a Gesù Bambino ha una visione speciale. Uno degli Angeli presenta a Maria. SS.ma due calici d’oro, in uno dei quali vi era il sangue di Gesù, nell’altro le lacrime di Maria. A distanza di poco tempo la visione degli Angeli con i calici si presenta e Veronica capisce che il sangue di Gesù e le lacrime di Maria SS.ma otterranno grazie per i peccatori e per le anime sante del Purgatorio…; “In quello stesso tempo, ho avuto una comunicazione ho capito che Maria SS.ma mi consegnava quell’Angelo per custode di quest’anima mia e che consegnava l’anima mia al medesimo Angelo. Esso si è subito accompagnato coll’Angelo mio Custode”. (Diario, III, pag. 510).

“Questa mattina, nella Santa Comunione, vi è stato il raccoglimento con la visione di Maria SS.ma del suo Figlio Gesù, dei miei Angeli e della comitiva di santi. In un tratto, a quei due (Angeli) si è accompagnato un altro che anche esso aveva in mano un calice; ed ho capito che questo terzo Maria SS.ma voleva che stesse in mia custodia; e che l’altro (stesse) sempre appresso il Padre e solo sarebbe venuto a me quando il Padre lo manderà, come fa giornalmente, in tutte le mie necessità. In un tratto, ho veduto uscire dalle piaghe di Gesù rivi di sangue, ed i Santi Angeli raccoglierlo in quei calici che, riempiendosi in modo assai abbondante, versavano sopra di me. In quell’istante, l’anima mia ha provato la grazia di un nuovo battesimo, come provo, molte volte, nell’atto che il Padre mi dà la santa assoluzione. In questo mentre, per via di comunicazione, ho capito che, venerdì, avrò ordinazione del quando e del come mi dovrò servire di questo mio terzo Custode…in un subito, parvemi vedere le piaghe di Gesù che grondavano sangue; e Maria SS.ma che riempiva quei due calici e li dava ai due Angeli, cioè a quello che sta appresso al mio Padre, ed a quel terzo che ha concesso a me. Dandogli il calice, Ella mi fece intendere che questo terzo doveva essere in mio aiuto in tutto, ma, in specie, ogni volta che andavo ai sacramenti, in tutte le batterie (combattimenti) del demonio; ed andare in molti altri patimenti che dovrò passare per via di prossimi. La mia cara Mamma volle il consentimento a tutti; si commossero i dolori e, al settimo, venne a me un raggio dal cuore di Maria, e compresi che ella sarebbe stata il mio soccorso e conforto in tutto”. (Diario, III, pag. 776).

 
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