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L'Assunta: dalla pienezza di Grazia alla pienezza di Gloria PDF Stampa E-mail

L'Assunta: dalla pienezza di Grazia alla pienezza di GloriaIl termine “ferragosto” è un’espressione relativamente nuova, perché non molti anni fa nessuno parlava di “ferragosto”. C’era solamente la festa tanto attesa della Madonna Assunta, titolare di moltissimi santuari e chiese parrocchiali. Il 15 agosto era un giorno solennemente celebrato con preghiere e processioni. “tempi belli di una volta” direbbe qualche nostalgico, ma non sarà proprio possibile trovare modi nuovi perché il “ferragosto” abbia ancora il sapore della festa dell’Assunta? Ritorna prezioso quanto scriveva Paolo VI proprio nella sua lettera sul culto mariano a proposito del 15 agosto. “ Solennità che celebra la gloriosa assunzione di Maria al cielo; è questa la festa del suo destino di pienezza e di beatitudine, della glorificazione della sua anima immacolata e del suo corpo verginale, della sua perfetta configurazione a Cristo risorto; una festa che propone alla Chiesa e all’umanità l’immagine e il consolante documento dell’avverarsi della speranza finale: ...

...   chè tale piena glorificazione è il destino di quanti Cristo ha fatto fratelli, avendo con loro in comune il sangue e la carne. La solennità dell’Assunzione ha un prolungamento festoso nella celebrazione della beata Maria Vergine Regina, che ricorre otto giorni dopo, nella quale si contempla colei che, assisa accanto al Re dei secoli, splende come regina e intercede come Madre”. Nella Chiesa di Cristo, la pietà cristiana ha sempre ammesso, nel corso dei secoli, l’Assunzione corporale della Santissima Vergine come parte integrante della gloria della Madonna in Cielo. Questa credenza era così universale che la si ritrova altrettanto bene negli scritti dei Padri e dei Dottori delle più diverse Chiese sia orientali che occidentali, così come nel culto cristiano, ed un fedele non avrebbe potuto rifiutare di credere all’Assunzione corporale di Maria senza essere tacciato di grave imprudenza contro la virtù di fede.

È questa credenza comune ed universale che il magistero infallibile del Sommo Pontefice Pio XII, a richiesta unanime dell’episcopato, ha riconosciuta e proclamata nel 1950 come articolo di fede, appoggiandosi sul consenso della Chiesa universale attraverso il tempo e lo spazio e sulla Scrittura, di cui la Chiesa, nel suo Magistero, è l’interprete autentica ed infallibile. Ora, il Vangelo contiene esplicitamente la dichiarazione della pienezza di grazia di Maria, secondo la parola stessa dell’Angelo dell’Annunciazione ed in ragione della maternità divina della Vergine di Nazareth.

Da questa pienezza di grazia, la Chiesa ha tratto occasione di riconoscere una rivelazione implicita dapprima in una purezza totale fin dal primo istante della concezione di Maria, e questa fu la definizione con il beato Pio IX del dogma dell’Immacolata Concezione, poi la pienezza della gloria fu la definizione da parte di Pio XII del dogma dell’Assunzione della Santissima Vergine.

Oramai, questa verità s’impone ad ogni cristiano : negarlo non sarebbe solo peccare per imprudenza e temerarietà contro la fede, ma cadere nel peccato formale di eresia. La Scrittura ha implicitamente insegnato queste verità, la Chiesa, con la sua autorità, che viene da Cristo, ci ha fissato il limite meraviglioso di questa pienezza di grazia che comporta una pienezza originale di purezza ed una pienezza di gloria celeste nella quale il corpo di Maria è associato già alla glorificazione della sua anima.

La risurrezione della carne di Cristo serve di pegno e di primizia alla risurrezione dei corpi dei cristiano alla fine del mondo. La Vergine Maria esentata “in considerazione dei meriti di Gesù” dalla macchia originale, non è rimasta vinta dalla morte nella sua carne immacolata ma è assunta fino al Cielo.  O Vergine Maria, salita al Cielo nel tuo corpo come nella tua anima, la tua glorificazione è per me un richiamo apprezzato della pienezza di grazia, di cui sei stata glorificata, del mio personale destino eterno e beato nell’anima e nel corpo.

Ricorro a te, fiducioso ed amante e tra le tue mani rimetto la mia preghiera : veglia sul mondo e sui tuoi figli della terra, custodisci loro un cuore umano e veramente fraterno.

di Don Marcello Stanzione

 
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