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LA BEATA MARIA DI GESU’ E PURGATORIO PDF Stampa E-mail

LA BEATA MARIA DI GESU’ E PURGATORIOMaria Lopez de Rivas nasce il 18 agosto 1560 a Tartanedo , rimasta orfana del padre ed essendo figlia unica eredita molte ricchezze, dopo che la mamma passa a seconde nozze si stabilisce dai nonni paterni, sotto la tutela degli zii. Nel 1577, abbandonando ogni ricchezza, si avvia alla lontana Toledo per essere accolta nel Monastero delle Carmelitane Riformate che Santa Teresa d’Avila in persona aveva fondato nove anni prima. In seguito divenne molto cara a santa Teresa che la definiva il suo “ piccolo letterato”. Vestì l’abito Carmelitano il 12 agosto 1577 ed assunse il nome di Maria di Gesù. La ragazza all’inizio del noviziato provò un profondo turbamento quando le tagliarono la bellissima capigliatura e nonostante la sua precaria salute santa Teresa d’Avila si adoperò perché ella venisse ammessa alla professione. In Monastero si dedicò ad una intensissima orazione e il Signore le concesse la grazia singolarissima della Stigmatizzazione mistica alle mani ai piedi, e al costato, facendole anche provare nel capo il dolore della corona di spine. Venne nominata maestra delle novizie ad appena 24 anni, e lo sarà per ben oltre 8 volte nell’arco della sua vita. Venne nominata Priora nel 1591 a soli 31 anni. ...

... Nel luglio 1600 il suo Monastero ricevette una visita del Delegato Provinciale che con molta superficialità ascoltò una calunnia di una monaca nei riguardi di Madre Maria di Gesù e non dette retta alle dichiarazioni positive del resto delle monache e così la depose dalla carica di Priora, disonorandola di fronte al Capitolo Conventuale. La Beata senza il minimo risentimento, depose la sua carica. Questa umiliazione durò vent’anni, durante i quali i superiori non permisero che ella fosse rieletta Priore. A tali prove esterne si unirono lunghe afflizioni di spirito e gravi malattie. Dopo la morte della sua accusatrice, suor Caterina dell’Ascensione, alla quale con le sue preghiere ottenne un sereno trapasso e la liberazione delle pene del Purgatorio, la sua innocenza fu completamente dimostrata e dinnanzi alla Comunità fu di nuovo rieletta Priora, il 25 giugno 1624. Le anime del Purgatorio, di cui Madre Maria di Gesù era particolarmente devota, si possono aiutare non solo con Preghiere e applicazioni di S. Messe (il migliore dei suffragi), ma anche in una maniera assai appropriata, poco in uso, cioè offrendo sofferenze allo scopo che siano abbreviate e alleviate quelle delle anime Purganti. Il 23 di giugno del 1640, Don Gaspare Carillo, canonico della cattedrale di Toledo (Spagna), stando nel coro, cadde colpito da apoplessia. Non era un buon sacerdote.  Maria di Gesù , carmelitana scalza, appena ne ebbe notizia si mise a pregare offrendosi a soffrire quanto era necessario perché il Signore lo perdonasse. Fu esaudita. L’infelice ricuperò i sensi, si confessò con segni di vero pentimento e ricevette gli ultimi sacramenti con gran fervore. Due giorni dopo che era morto apparve alla sua benefattrice avvolto da fiamme e la supplicò che intercedesse presso il Signore per essere ammesso al riposo eterno. Da quel momento suor Maria di Gesù cominciò a patire strani dolori. Le si coperse il corpo di  vesciche che si agglomeravano le une sulle altre; e a misura che il medico fendeva le vesciche, esse si ulceravano rendendo il corpo tutto una piaga. La invilupparono in un lenzuolo, adagiandola sul pavimento non potendo più resistere a stare a letto per lo straordinario calore del corpo. Passò cos’ tre mesi senza  il più leggero lamento, edificando e destando la meraviglia delle religiose e dei medici. Il giorno 13 settembre dell’anno citato le apparve Gesù Cristo e le disse: “Scegli : o visitami in Sacramento nella nuova chiesa, o venire a godermi nel Cielo traendo con te l’anima del Sacerdote Don Gaspare Carillo perché ho determinato che stia in Purgatorio finché tu venga al Cielo”. Ella rispose: “Signore, preferisco morire”. E in quell’ora morì ad 80 anni di età e 63 di vita religiosa. Fu beatificata da Paolo VI il 14 novembre 1976.

Don Marcello Stanzione (Ha scritto e pubblicato clicca qui)

 
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