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VARIE INTERPRETAZIONI SUL NUMERO 666
Editoria
PRESENTAZIONE MALACHIA E LE PROFEZIE SUL PAPATO IN UN LIBRO DI DON STANZIONE Di ANNAMARIA MARAFFA PDF Stampa E-mail

MALACHIA E LE PROFEZIE SUL PAPATO IN UN LIBRO DI DON STANZIONE

Le edizioni Sugarco di Milano hanno stampato il libro di don Marcello Stanzione intitolato “I papi e la Chiesa della fine dei tempi. Nella profezia di san Malachia”.  Per i cattolici il papa è segno di unità delle varie Chiese particolari, le diocesi, ed è il vicario di Cristo in terra. Con il termine “papa” (dall’ebraico Abbà, cioè padre) si indica oggi il sommo pontefice che, in quanto successore di San Pietro nel governo universale della Chiesa, ne è insieme pastore e padre.

 Non sempre l’appellativo “papa” fu riservato esclusivamente ai sommi pontefici; inizialmente erano così chiamati anche semplici preti. Il primo pontefice a chiamarsi “papa” fu San Siricio (384-399). Poco dopo, Ennodio Felice Magno (473-521) riservò l’appellativo di papa quasi unicamente a coloro che sedevano sulla cattedra episcopale di Roma. Infine, Gregorio VII (1073-1085) nel 1076 estese il titolo di papa a tutti i suoi predecessori, a partire dall’apostolo Pietro.

Da quel primo papa fino all’attuale, Francesco, sono ben 266 i papi avvicendatisi sulla cattedra romana: diversi per provenienza, nazionalità, cultura, personalità e valore umano, intellettuale e spirituale, furono tutti testimoni di una identica fede.

Sono attribuite a San Malachia le profezie riguardanti i papi che si dovrebbero avvicendare sul trono di Pietro prima che il mondo abbia fine. Sono 112 motti per 112 Pontefici di cui definiscono le caratteristiche. Queste profezie, specialmente quelle sugli ultimi papi sono analizzate da don Marcello Stanzione.

L’arcivescovo inglese, primate d’Irlanda, il cui vero nome era O’Morgair (Armagh 1094- Clerveaux 1148), autore di una vita di S. Bernardo, rinunciatario all’età di 44 anni dell’alto ufficio episcopale per ritirarsi e dedicarsi alla vita monastica, fu quasi certamente estraneo alla stesura del vaticini, pubblicati nel 1595 dal benedettino Arnold Wion sotto il titolo di Lignum vitae, redatti forse per il Conclave del 1590 che avrebbe eletto Gregorio XIV. E’ stato osservato infatti come per i primi 74 papi, ultimo dei quali Urbano VII (1590), le sentenze risultino pertinenti, essendo invece vaghe per i successivi, per i quali l’adattamento è trovato in base a posteriori sforzi interpretativi dei rispettivi nomi, delle date di elezione, degli stemmi, delle vicende del pontificato, delle connotazioni psicologiche, ecc. Il conteggio tuttavia è indubbio: tanti Papi quanti all’incirca ne contiene il periodo che si conclude col giro di boa del secondo millennio.

Veniamo a parlare del nostro secolo: Ignis ardens sarebbe Pio X per la sua carità; Religio depopulata, Benedetto XV per gli avvenimenti della prima guerra mondiale; Fides intrepida, Pio XI per la condanna di Hitler e della sua politica; Pastor angelicus, Pio XII per il suo aspetto ieratico, che lo faceva apparire come sospeso fra Cielo e Terra.

Secondo la profezia di San Malachia, in seguito non vi sarebbero che sei Papi: Pastor et nauta, che come Nunzio apostolico prima e poi come ‘Papa buono’, possiamo riferire a Giovanni XXIII; Flos Florum, da vedere in Paolo VI, De medietate lunae (della durata di una luna?), Giovanni Paolo I; De labore Solis (Il travaglio del sole), in Giovanni Paolo II; e infine gli ultimi due: De gloria olivae per Benedetto XVI  e Petrus romanus per Francesco I.

Con il secondo Pietro finisce la Chiesa, poiché Roma viene distrutta, e finisce la storia stessa della terra:

In persecuzione extrema sacrae romanae ecclesiae sedebit Petrus rimanus”, dice il profeta, che per l’ultimo dei pontefici non redige un semplice motto, ma si diffonde in un oracolo più articolato “qui pascet oves in multis tribulationibus; quibus transactis, civica septis –collis diruetur, et Iudex tremendus judicabit populum suum. Amen”.

Se Roma, epicentro del cattolicesimo, con tutto quello che possiede e con tutto quello che rappresenta, viene meno, crollando sotto i colpi della “persecuzione estrema”, tutto il mondo va in rovina, è distrutto, si estingue per l’eternità. L’anima religiosa scorge tuttavia, nello scenario della desolazione totale che inghiottisce l’uomo insieme alla Terra che lo ha visto nascere, la venuta del Giudice che supera ogni volere come ogni velleità umana. La Profezia di Malachia è un  testo, sul quale sono scritte innumerevoli pagine per avvalorarne o smentirne la credibilità, di cui la prima pubblicazione conosciuta  risale al 1595, quando  il benedettino fiammingo Arnold de Wyon la inserì nell’opera in cinque volumi Lignum Vitae, una storia dei personaggi illustri dell’ordine monastico fondato da san Benedetto. Nel secondo volume viene citato san Malachia, l’arcivescovo di Armagh in Irlanda che morì nel 1148 a Chiaravalle con l’assistenza spirituale  di san Bernardo, il quale successivamente ne scrisse la biografia, descrivendo anche il viaggio che il santo irlandese aveva compiuto nel 1139 a Roma per incontrare papa Innocenzo II. Secondo la leggenda, proprio durante questa permanenza romana Malachia avrebbe ricevuto in visione un elenco di 111 motti relativi ai papi che sarebbero succeduti a Innocenzo, a cominciare da Celestino II nel 1143. De Wyon non offrì alcuna spiegazione sulla modalità con cui era entrato in possesso di quella che lui definì “ la profezia dei sommi pontefici”. Si limitò a precisare il rapporto epistolare tra Malachia e Bernardo, del quale ci restano tre lettere, e a definire “da molti desiderata” la divulgazione del testo integrale di quei motti. In realtà gli studiosi hanno concordato, sin dalla metà del Seicento, sull’idea che sia falsa l’attribuzione all’arcivescovo di Armagh. I motivi sono molteplici: in particolare, la totale assenza nei quattro secoli precedenti di notizie riguardo a questa profezia e la constatazione che i motti risultano molto precisi per i papi fino al sedicesimo secolo e decisamente più enigmatici per quelli successivi. Recentemente, lo storico Lorenzo Comensoli Antonini ha però rinvenuto negli archivi dell’Accademia Carrara di Bergamo una lettera di Maurizio Cattaneo, segretario del cardinale bergamasco Giovanni  Girolamo Albani, al pronipote di quest’ultimo, Claudio Albani, nella quale  si ragiona sull’ipotesi  che il cardinale Albani divenisse papa. Tra i riferimenti veniva citata anche la profezia di Malachia: “ Io dico bene a V ( ostra ) S ( ignoria)  che ci sono di boni riscontri per noi, ma due gliene voglio dire, che son profetie non moderne ma antiche; la prima di Malachia che contiene più di 200papi che dice De rore coeli che si applica mirabilmente al nostro, et la passata diceva: Axis  in medietate signi, et quella che seguirà dopo: Ex antiquietate urbis”. La data della  missiva, 27 giugno 1587, consente di retrodatare di almeno sette anni, rispetto al volume di de Wyon, la pubblica conoscenza dell’elenco di motti, con la perfetta corrispondenza della breve sequenza citata. L’indicazione dei “ 200 papi”, un’approssimazione di cui non c’è ulteriore dettaglio ma che puntualizza la notevole lunghezza dell’elenco, consente di affermare che in ambedue i casi si tratta della medesima lista. Comunque, prescindendo dagli interrogativi sulla qualità della profezia, resta il fatto che proprio nel nostro tempo si è giunti alla fine dei motti, poiché il 111° riguarderebbe papa Ratzinger, che è defunto il 31 dicembre 2022, che per nome ha scelto quello di Benedetto, ispirandosi al santo che incredibilmente si trova proprio al 16° posto della sequenza di statue cui abbiamo accennato. Ed è curioso vedere che al suo fianco si trova Bernardo, che fu l’ultimo confidente di san Malachia, mentre agli estremi di questo ideale poker sul colonnato destro di piazza san Pietro ci sono sant’Ignazio e san Francesco, con un immediato collegamento a papa Bergoglio, in quanto il primo è il fondatore dell’ordine dei Gesuiti e il secondo è il santo prescelto dal cardinale gesuita come nome da pontefice.

      

 

 

 
PRESENTAZIONE Padre Pio modello si santità e guida per il cristiano PDF Stampa E-mail

Padre Pio modello si santità e guida per il cristianoNel ventesimo anniversario della sua canonizzazione 2002/2022

Padre Pio è di tutti. Lo ha detto lui stesso. Non ci sono aggettivi per definire questo «personaggio» del nostro tempo: un frate povero ed umile che riceve migliaia di persone nel suo Convento sul Gargano. Non uscì mai dal suo Convento, eppure tutti lo raggiunsero. E quando non potevano andare da lui era lui ad andare da loro, attraverso quel fenomeno che si chiama bilocazione. Il presente libro su padre Pio da Pietrelcina, oggi san Pio, è un omaggio ai devoti del santo stigmatizzato del Gargano a vent’anni dalla sua canonizzazione (2002-2022), avvenuta in piazza san Pietro, davanti ad una immensa folla di fedeli, ad opera di papa Giovanni Paolo II. ...

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PRESENTAZIONE ROMANA DI «ANGELI E STIGMATIZZATI», IL 4 DICEMBRE 2013 PDF Stampa E-mail

PRESENTAZIONE ROMANA DI «ANGELI E STIGMATIZZATI», IL 4 DICEMBRE 2013 Mercoledì 4 dicembre 2013 a Roma alle ore 17,30 alla libreria Russia Ecumenica in Borgo Pio 141, sarà presentato il libro dell’editrice Sugarco “ Angeli e stigmatizzati” scritto da Anna Maria Turi e Marcello Stanzione. Nella lunga storia dell’agiografia vi sono diversi  santi, assai devoti agli angeli, che hanno delle ferite che sembrano identiche a quelle per le quali Gesù ebbe a soffrire durante la sua crocifissione. Rassomigliano alle ferite dei chiodi nelle mani e nei piedi, come pure ad una ferita al alto dove Gesù fu colpito con una lancia.

Quantunque vi siano stati qualcosa come trecento stigmatizzati, con larga maggioranza di donne, la Chiesa non ha mai pubblicato una dichiarazione scientifica su questo fenomeno di carattere spirituale. Tuttavia vite e scritti di questi santi rivelano un alto grado di santità e di unione con il nostro Signore e Salvatore che vive la sua Passione. ...

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PRESUNTA APPARIZIONE DI SAN MICHELE A ROSA QUATTRINI A SAN DAMIANO Di don Marcello Stanzione PDF Stampa E-mail

San Michele ArcangeloIl 29 settembre 1961, nella festa di San Michele Arcangelo, in un piccolo villaggio del nord Italia, San Damiano, un'umile madre di famiglia morente, Rosa Quattrini, viene improvvisamente guarita da una giovane visitatrice. Nel maggio 1962, questa giovane donna si fa conoscere da Rosa come Madre della consolazione e degli afflitti, durante il suo pellegrinaggio a Padre Pio.

Gli angeli occupavano un posto importante nel mondo di mamma Rosa. ...

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PRESUNTA RIVELAZIONE DI SAN MICHELE ARCANGELO A DOZULE’ Di don Marcello Stanzione PDF Stampa E-mail

SAN MICHELE ARCANGELO Il 31 maggio 1974, Maddalena Aumont prega davanti al Tabernacolo della Cappella a Dozulè e vede improvvisamente uscire da quello un alone di Luce. Ella vede allora un personaggio con uno stendardo dove ella legge: “Quis ut Deus?”. Maddalena gli domanda chi sia: “Io sono Michele Arcangelo, è Dio che mio manda. Voi vedrete il mistero del Redentore e ripeterete ogni frase una dopo l'altra a mano a mano che io ve le detterò”.  ...

 

 

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PRESUNTE APPARIZIONI DELL’ARCANGELO GABRIELE ALL’ÎLE-BOUCHARD Di don Marcello Stanzione PDF Stampa E-mail

Ile-BouchardDall’8 al 14 dicembre 1947, quattro ragazzine hanno affermato di avere visto la Santa Vergine e l’Angelo Gabriele, nella chiesa parrocchiale Saint-Gilles dell’Île-Bouchard, davanti all’altare della Vergine. Da allora, i pellegrinaggi individuali e collettivi non hanno mai smesso. Essi culminano ogni anno l’8 dicembre, così come la domenica che segue l’8 dicembre. Le autorità diocesane hanno, secondo la richiesta trasmessa dalla “Bella Signora”, autorizzato la costruzione nella chiesa Saint-Gilles di una grotta con due statue. ...

 

 

 

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PRESUNTE APPARIZIONI DI SAN MICHELE E DEGLI ANGELI A ROSA QUATTRINI A SAN DAMIANO PIACENTINO PDF Stampa E-mail

PRESUNTE APPARIZIONI DI SAN MICHELE   E DEGLI ANGELI A ROSA QUATTRINIdi Cosimo Cicalese

Don Marcello Stanzione, noto studioso di angelologia, è l’autore del libro “Gli angeli di mamma Rosa. Spiriti celesti a san Damiano Piacentino?”, edito dalla casa editrice Il Segno di Udine. Il 29 settembre 1961, nella festa di San Michele Arcangelo, in un piccolo villaggio del nord Italia, San Damiano Piacentino, un'umile madre di famiglia morente, Rosa Quattrini, viene improvvisamente guarita da una giovane visitatrice. Nel maggio 1962, questa giovane donna si fa conoscere da Rosa come Madre della consolazione e degli afflitti, durante il suo pellegrinaggio a Padre Pio. Ma chi è Rosa, la presunta veggente dei messaggi della Vergine a San Damiano Piacentino? ...

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PRIMA APPARIZIONE DELLA MADONNA DELLA MEDAGLIA MIRACOLOSA Di don Marcello Stanzione PDF Stampa E-mail

PRIMA APPARIZIONE DELLA MADONNA DELLA MEDAGLIA MIRACOLOSACaterina Labourè scrive il racconto della I° apparizione, avvenuto il 18 – 19 luglio 1830, ventisei anni dopo gli avvenimenti, nel 1856 su richiesta di padre Aladel e Padre Chevalier. Caterina è novizia in seminario, è la vigilia della festa di S. Vincenzo, dopo un’istruzione della direttrice sulla devozione ai Santi e a Maria, ella si corica col forte desiderio di vedere la Santissima Vergine e così’ scrive nei suoi diari: “Alle 11 e mezzo della sera, mi sentii chiamare per nome: “sorella, sorella”. Mi sveglio, guardo dal lato da cui veniva la voce, cioè dalla parte del passaggio accanto al letto. ...

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Prima conferenza di angelologia francescana PDF Stampa E-mail
Prima conferenza di angelologia francescana
 
PRIMA GLI ANGELI CUSTODI POI I NONNI di Domenico Bonvegna PDF Stampa E-mail
PRIMA GLI ANGELI CUSTODI POI I NONNINon ho nulla contro i nonni, ma credo che sia opportuno per un cristiano, il 2 Ottobre, fare posto agli Angeli Custodi, che fanno tanto bene ai nostri bambini e non solo a loro.
 
«Il fatto che oggi nella dottrina e nella prassi pastorale del cattolicesimo si parli sempre meno dell’esistenza e del ruolo degli angeli è un segno evidente di una crescente protestantizzazione dottrinale di alcuni settori della teologia cattolica». Lo scrive don Marcello Stanzione nell’introduzione al suo libro, «Contatti con l’Angelo Custode. Aneddoti, leggende e storie di incontri celesti», pubblicato da Sugarco Edizioni nel 2014.

Don Marcello nel testo racconta ...
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