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Dicono i neopositivisti: "Dio? Una ipotesi oggi sorpassata dalla scienza" PDF Stampa E-mail

Dicono i neopositivisti: "Dio? Una ipotesi oggi sorpassata dalla scienza" La religione? E’ uno stato sorpassato dell’umanità. Dio? Una ipotesi sorpassata dallo stato attuale della scienza. Questa è la spiegazione positivista, ripresa  da Monod. L’uomo, scriveva Auguste Comte, è teologo nella sua infanzia, metafisico nella sua gioventù, fisico nella sua età adulta. L’umanità anche è passata da degli stadi del politeismo, del monoteismo, e si trova ora nell’età razionale. Ascoltiamo piuttosto un sapiente di famaa internazionale, Giuliano Huxley, spiegare questo punto di vista: “L’ipotesi Dio non ha più alcun valore pratico per l’interpretazione e la comprensione della natura. Essa costituisce anche spesso uno sbarramento sulla via di una interpretazione migliore e più vera. Funzionalmente, Dio comincia col rassomigliare non ad un signore, ma all’ultimo resto di un sorriso di una favola cosmica. Sarà ben presto anche impossibile ad un uomo o ad una donna acculturati di credere in Dio, come è loro impossibile oggi credere che la terra è piatta, ...

... che le mosche appaiono per generazione spontanea, che la malattia è una punizione divina e che la morte è sempre imputabile alla stregoneria. Gli dei senza dubbio sopravvivranno, ma sotto la protezione dei diritti acquisiti, od al riparo di spiriti parassiti, o come marionette nelle mani dei politici, o come rifugio per le anime infelici ed ignoranti”. 

Tutto questo è ben dello stesso ordine? Certo le Rogazioni non dispensano dall’irrigazione, ed il pellegrinaggio a Lourdes o a Fatima dalla consultazione del medico. Ma si parla allora della stessa cosa? Pascal poneva già la “Fisica” (la scienza) al suo vero posto nella gerarchia dei valori. Egli distingueva tre ordini: quello dei corpi – la materia -, quello degli spiriti – il pensiero – e quello dei cuori – la carità -: “Il movimento di vera carità è di un altro ordine: soprannaturale” (Pensiero 793). Ci si può chiedere d’altronde se l’arretramento della religione davanti alla scienza è sempre un bene per l’uomo, e se l’ammiraglio Joybert, chiedendo ai vescovi di “occuparsi delle loro cipolle” in quello che riguarda l’armamento atomico, era ben nel senso della storia …

Non si può finalmente “ridurre” così arbitrariamente il sentimento religioso ad altra cosa da quello che è. Un fenomeno religioso in effetti, scrive lo specialista Mircea Elide, nella prefazione del suo magistrale Trattato di Storia delle Religioni, “non si rivelerà come tale che a condizione di essere appreso nella sua propria modalità, vale a dire nella scala religiosa. Voler cernere questo fenomeno con la psicologia, la fisiologia, la sociologia, l’economia, la linguistica, l’arte, ecc., è tradirlo, è lasciar sfuggire giustamente quello che vi è di unico e di irriducibile in esso, noi vogliamo dire il suo carattere sacro”.

E’ una esperienza personale: ora, una esperienza deve essere prima di tutto ricevuta come tale. Due elementi la costituiscono: un doppio movimento, di timore – davanti ad un Essere grande e lontano – e di amore – davanti ad un Essere buono e vicino -.

Questo è il senso del sacro, differente secondo le culture, le religioni ed i tratti che si privilegiano nel volto di Dio: l’Essere supremo, per le religioni primitive; l’Unico, per il mussulmano; il Padre, per il cristiano. Occorre ancora purificare questa opinione, scoprire a quale Volto di Dio si rivolge. Il che significa per ognuno di noi cristiani, rispondere alla domanda: “Qual è il tuo Dio?”. Certo non è evidente che quel Dio sia il Dio che Gesù Cristo ci ha rivelato, il Dio dei cristiani. Noi ci fabbrichiamo forse degli idoli … E quando dei giovani si distolgono da Dio, è forse da quei falsi volti che si distolgono. Beato ateismo allora, se smorza una nuova scoperta dal suo volto! 

Don Marcello Stanzione (Ri-Fondatore della M.S.M.A.)

 
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