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GABRIELE AMORTH: IL PIU’ FAMOSO ESORCISTA CATTOLICO PDF Stampa E-mail

GABRIELE AMORTH: IL PIU’ FAMOSO ESORCISTA CATTOLICODon Gabriele Amorth è giunto quasi alla soglia dei 90 anni, ha collaborato con padre Candido Amantini, Passionista, alla Scala Santa per ben sei anni diventando poi alla morte di questi il suo successore, era stato prima il suo alter ego e poi diviene il suo successore. Don Gabriele Amorth è nato a Modena, si è laureato in giurisprudenza ed è sacerdote della Pia Società San Paolo. È un giornalista molto noto per i molti articoli mariani pubblicati su tanti giornali, tra i quali vi ricordo Famiglia Cristiana; è ancora più conosciuto per  aver diretto il mensile Madre di Dio, lo ascoltiamo in molte interviste a Radio Maria ed in televisione, è autore di tantissimi libri, quattro dei quali sulla Madonna e molti sul diavolo come “Un esorcista racconta” e “I nuovi racconti di un esorcista”, è membro della Pontificia Accademia Mariana Internazionale ed è stato presidente  per vari anni dell’Associazione Internazionale Esorcisti.Sono oltre 50 mila gli esorcismi fatti nel corso della vita dell’esorcista più famoso del mondo, padre Gabriele Amorth. Uno in particolare gli rimase impresso  nella sua mente, il suo primissimo esorcismo. Lo stesso sacerdote ne ha parlato in diverse interviste e nel libro L’ultimo esorcista – La mia battaglia contro Satana edito da Piemme, narrando in profondità quanto accaduto a tanti altri importanti esorcismi. ...

... Questo suo primo esorcismo fu molto “particolare” perché dovette subito scontrarsi con Satana stesso. La prima persona su cui compì un esorcismo nel 1987, dopo aver assistito Candido Amantini, fu un semplice contadino. L’uomo era molto giovane ed esile e venne accompagnato da un altro prete e da una terza persona, un traduttore; inizialmente egli non capì il motivo  per cui vi era questa figura e gli fu spiegato che quando l’indemoniato veniva impossessato parlava solamente in inglese e che quindi serviva un traduttore per capire cosa dicesse. Una volta iniziato l’esorcismo il contadino non proferì alcun tipo di parola o cenno, come se nulla lo scalfisse fino a che padre Amorth non invocò l’aiuto del Signore. Dopo l’invocazione che l’esorcista fece per chiedere l’aiuto di Gesù il giovane contadino iniziò a fissare il prete e si mise a gridare in inglese. Le sue parole erano solo bestemmie e minacce verso l’esorcista, arrivava anche a sputargli addosso pronto ad aggredirlo fisicamente; solamente quanto padre Amorth arrivò al Proecipio tibi,, una particolare preghiera di liberazione in cui l’esorcista ordina (Comando te) in nome di Gesù, lo spirito demoniaco sembrò placarsi lievemente nonostante le urla che si trasformavano quasi in ululati. Padre Amorth raccontò poi nelle interviste che a un certo punto il demone si scatenò e arrivò a guardarlo fisso perdendo saliva dalla bocca. L’esorcista a quel punto continuò nel rito di liberazione chiedendo e orinando con  la celebre frase: “Dimmi nel nome di Gesù Cristo il tuo nome” di rivelare chi fosse realmente. Padre Amorth di certo nel suo primo esorcismo non  si aspettava di certo di ricevere una risposta “terrificante”, che avrebbe spaventato facendo scappare tutti a gambe levate. L’indemoniato rispose: “sono Lucifero”. Con suo grande stupore padre Amorth scoprì così che chi aveva di fronte era Lucifero in “persona” ma a quel punto non poté  di certo cedere o terminare l’esorcismo e decise di impegnarsi ancora di più tanto da andare avanti con forza e incessantemente. Era così convinto che non avrebbe smesso fino a che ne aveva le forze. Le preghiere di liberazione così continuarono e il demone riprese a urlare facendo ruotare all’indietro sia la testa del posseduto sia i suoi occhi; rimase a schiena inarcata per quasi un’ora. Chissà cosa deve aver provato padre Amorth dentro di sé in quegli istanti , quali fossero le sue sensazioni, si sa delle sue dichiarazioni che nella stanza vi erano dei picchi di gelo, la camera diveniva improvvisamente freddissima. L’esorcista non si arrese e ordinò a Lucifero di abbandonare il contadino ma il suo corpo si irrigidì talmente tanto da divenire duro ma non solo, a un certo punto il giovane iniziò a levitare tanto da librarsi in aria oltre a un metro da terra rimanendo così per diversi minuti. Intanto l’esorcista continuò e a un certo punto il posseduto ricade sulla sedia e poco prima di scomparire Lucifero annunciò il giorno e l’ora esatta che sarebbe uscito dal corpo del contadino. Padre Amorth continuò a esorcizzare il giovane ogni settimana fino a che non arrivò il fatidico giorno. Lasciò così passare quella settimana e richiamò la successiva il contadino. Al suo arrivo sembrava molto tranquillo e nel corso dell’esorcismo non fece alcun tipo di replica alle invocazioni di liberazione e anzi, lo stesso ragazzo pregò tranquillamente. Padre Amorth chiese così spiegazioni su come Lucifero uscì da lui e il contadino raccontò che quel giorno e sa quell’ora indicata iniziò a urlare come mai aveva fatto. Al termine di questo si sentì come nuovo e leggero.  Riguardo agli angeli buoni così si è espresso Padre Amorth in un suo scritto riportato dal settimanale “ Credere”: “Le creature angeliche che hanno scelto di rimanere fedeli alla natura e allo scopo per le quali sono state create – che è quella di lodare eternamente Dio – hanno fatto una cosa semplicissima: sono state obbedienti. Hanno cioè accettato di essere sottoposti a  Dio Creatore e hanno fatto la loro scelta nella giusta prospettiva che non è quella – diabolica – del sentirsi umiliati da questo gesto di sottomissione. Al contrario, scegliendo di restare fedeli a Dio, gli angeli si sono sentiti pienamente inseriti nella loro natura e nel loro fine. Si è trattato di un segno di fedeltà alla verità: loro, come del resto noi, siamo stati creati da Dio per amarlo in eterno. Questo atteggiamento non li umilia perché non comporta e non significa una “mancanza” di qualche cosa, ma, al contrario, una “pienezza”. Gli angeli hanno così continuato ad essere fedeli alla loro natura,  che li riferisce direttamente a Dio Creatore, colui che ha iscritto nella creazione le leggi che lui riteneva migliori per loro che sono, sempre, per il bene della creatura. Avvenne poi quello che leggiamo nel libro dell’Apocalisse (12,7 e seguenti): una gigantesca guerra tra gli angeli che sono rimasti fedeli a Dio e quelli che a lui si sono ribellati. Angeli contro demoni, insomma. In quei passi la Bibbia narra che a capo degli angeli c’era l’arcangelo Michele e che gli angeli ribelli, guidati dal drago, alla fine furono sconfitti. La conseguenza fu, cito a memoria, “che per loro non c’era più posto in cielo”. Qui avvenne un fatto su cui la Bibbia stessa non insiste ma sul quale non ho personalmente motivo di dubitare: e cioè che sono stati loro, i demoni, a creare l’inferno , ossia a mettersi in una situazione, cioè in uno stato di vita, contraria a Dio, dannandosi. La loro nuova condizione, conosciuta dalla Bibbia come “inferno”, significa che i diavoli sono per sempre impediti al paradiso, cioè alla visione di Dio e agli scopi di godimento e felicità eterni per cui erano stati creati. Una verità di fede è dunque che i demoni sono definitivamente dannati, per loro non c’è più alcuna possibilità di salvezza. Perché? Perché la loro intelligenza, di molto superiore alla nostra in quanto sono puri spiriti , fa sì che la loro scelta sia pienamente consapevole, definitiva, non più ritrattabile . Del resto i demoni neppure vorrebbero ritrattare tale scelta! Lo stesso vale , ma ovviamente al contrario, per gli angeli, che hanno scelto Dio e lo godranno in eterno; e vale anche per i santi, coloro, cioè, che sono già stati ammessi alla visione eterna di Dio. E, aggiungo io, questo vale anche per noi, che siamo chiamati a realizzare la nostra chiamata alla santità, già qui su questa terra da completare, se necessario, in purgatorio”.

Don Marcello Stanzione (Ha scritto e pubblicato clicca qui)

 
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